L’aumento di circa il cinque per cento della tassa sui rifiuti è certamente una pessima notizia per i cittadini cavesi. E ha più di un significato.
E’ innegabile, innanzi tutto, che questo comporterà un maggior esborso per le famiglie, gli esercizi commerciali, le aziende. Per l’ennesima volta, quindi, si mettono le mani nelle tasche dei contribuenti alleggerendole ancora un po’.
E’ altrettanto scontato che saranno sottratte all’economia cittadina, già asfittica di per sé, altre risorse che, invece, sarebbero risultate utili per far girare il commercio e i servizi. Significherà, per farla breve, ridurre ancora un po’ il danaro che i cavesi riservano all’acquisto di scarpe, vestiti, o magari per andare a cinema, al ristorante, in pizzeria.
C’è un altro aspetto, ancor più preoccupante, che accompagna l’aumento dei costi della gestione dei rifiuti. E’ la circostanza che quasi quattro contribuenti cavesi su dieci non pagano la tassa sui rifiuti. Ci sarà più di un motivo, ma quello che in molti faticano a pagare questo tributo, sempre più caro e odioso, è ormai una certezza. E’ facile immaginare, inoltre, che bollette più salate faranno lievitare il numero dei cavesi morosi con disastrosi effetti sulle finanze comunali. In altre parole, il quadro non è allegro, anzi, è decisamente preoccupante.
Questa notizia, però, ha una valenza soprattutto politica. Significa, innanzi tutto, che siamo al cospetto di una sonora sconfitta per l’attuale Amministrazione comunale metelliana che, finora, si è riempita la bocca di una spending review -ovvero la revisione della spesa, quindi la sua riduzione e la lotta agli sprechi- che però non c’è stata affatto. Anzi, oggi, purtroppo, registriamo un aumento dei costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, se non è un brutto insuccesso questo…
Sia chiaro, questo aumento dei costi è, dalle motivazioni date, più che giustificabile e comprensibile, ma è altrettanto chiaro, e veritiero, che non è per nulla giustificabile e comprensibile che non ci sia stata, al contrario, dopo quasi due anni di governo, una riduzione, sia pure non particolarmente rilevante, ma comunque significativa.
E la delusione è maggiore nel momento in cui la notizia di questo aumento arriva all’indomani della “fusione” tra Consorzio di Bacino e Metellia che, in tempi ragionevoli, dovrebbe portare a dei benefici in termini di efficientamento del servizio e riduzione graduale dei costi. Ma sarà davvero così? Qualche dubbio, sempre più consistente, si insinua pesantemente. Per il momento, registriamo un altro aumento.
In conclusione, non usiamo, come invece qualche politico ha strumentalmente fatto, parole come fallimento o tradimento, ma di certo questa è, ripetiamo, una pesante sconfitta per il sindaco Servalli e la sua Amministrazione. Rispetto a quello che è stato promesso in campagna elettorale in termini di riduzione dei costi, con particolare ma non esclusivo riferimento alla gestione dei rifiuti, l’attuale maggioranza è del tutto inadempiente.
Siamo però convinti che ci sono ancora margini di recupero per far sì che questa sia la sconfitta di una battaglia e non sia del tutto persa la guerra della lotta agli sprechi, della riduzione dei costi e di conseguenza delle bollette a carico dei cavesi, di una maggiore qualità ed efficienza dell’intera struttura comunale e prossima, ovvero Metellia e Ausino, in primo luogo.
Il sindaco Servalli dovrà però darsi una mossa. Lui per primo, che appare fin troppo adagiato su allori che non si vedono, ma soprattutto devono svegliarsi dal sonno quanti lo circondano, che nel complesso formano una squadra assai modesta tanto che riesce a far brillare persino chi assimila il manto erboso dello stadio comunale al patrimonio della città.
Detto ciò, può ancora farcela questa Amministrazione, ma non può continuare a vivere di una rendita di posizione che scaturisce dal combinato disposto della debolezza dell’opposizione, della mancanza di una prospettiva politica alternativa e del pessimo ricordo lasciato dalla precedente esperienza amministrativa.
Servalli di rendita, è vero, potrà vivere molto probabilmente per anni ancora, ma così rischia seriamente di restare impantanato in un ristagno di acque che, con il tempo, diventeranno sempre più putride e maleodoranti. (foto Gabriele Durante)