LA FINESTRA SUL CORTILE La polizza assicurativa del sindaco Servalli
Qualche giorno fa, un ex amministratore comunale del centrodestra cavese e caro amico da diversi lustri, un po’ per celia, un po’ sul serio, in un post a commento di un articolo pubblicato dal nostro giornale, mi chiedeva di illuminarlo circa la presenza di un’opposizione in città. In altri termini, mi domandava se nella valle metelliana ci fosse o meno un’opposizione?
Bella domanda, soprattutto se si volge lo sguardo oltre il presente, ovvero nella prospettiva di una proposta di governo alternativa all’attuale Amministrazione Servalli. Tentiamo allora di dare una risposta, o meglio delle risposte, scindendo, e non solo per comodità espositiva, il presente dal futuro.
A mio sommesso avviso, guardando al presente, l’opposizione, pur con i suoi limiti e carenze, c’è. Ha delle indubbie difficoltà e di fatto è debole e la sua voce spesso è flebile, per le ragioni che tutti un po’ conoscono e che in seguito cercheremo di elencare, ma comunque esiste e cerca di fare del suo meglio. D’altra parte, considerate le macerie che ancora ingombrano lo schieramento di centrodestra e quindi buona parte delle forze di opposizione, per chiunque, anche per i politici più preparati e scafati, risulterebbe assai difficile fare meglio.
In primo luogo, oltre alle macerie di cui dicevamo prima, l’opposizione è frammentata in più componenti, tant’è che è preferibile e più rispondente alla realtà dei fatti parlare di minoranze. Alcune di queste, anche per proprio dna politico, sono passate in modo più o meno organico in maggioranza, altre hanno fatto lo stesso per calcolo e convenienza, ma anche per convinzione e incompatibilità, altri ancora, a quanto pare, si apprestano alla transumanza.
Insomma, le minoranze che sembrano ancora fare opposizione in Consiglio comunale sono in numero limitate, oltre che divise, per le vicende passate e le prospettive future, ma anche per un diverso atteggiamento, più o meno graffiante oppure più o meno palesemente accomodante, rispetto alla maggioranza.
Un panorama disastrato, tutto sommato, dove a fare soprattutto opposizione a tutto campo e con tutti i mezzi, social compresi, è l’ex sindaco Marco Galdi. Un’opposizione, però, che sconta qualche limite e anche qualche contraddizione.
In primo luogo, quella di Galdi ha il limite non solo di essere un incessante ed estenuante profluvio di accuse, rimbrotti e lamentele, ma ha anche il sapore di un malcelato quanto legittimo desiderio di una rivincita, al momento assai improbabile, per quanto comunque possibile in qualche modo in futuro. Insomma, è ancora troppa fresca la sconfitta elettorale dello scorso anno per dare una piena credibilità politica e concreta incisività all’azione politica e amministrativa dell’ex sindaco, al di là della bontà e del merito di quanto quotidianamente sostiene e per cui si batte senza requie.
In secondo luogo, l’azione politica di Galdi sconta la contraddizione di avere un elettorato e un gruppo di consiglieri quasi esclusivamente di centrodestra, ma che con questo schieramento sembra aver chiuso e guarda, non si sa se in modo politicamente strabico, ad altro. Per farla breve, Galdi continua a sedere sulle macerie politiche della devastante esperienza amministrativa che lo ha visto primo cittadino per cinque anni, e che, anche suo malgrado, ha prodotto traumi e ferite politiche e personali tuttora presenti.
Questo è il presente dell’opposizione in città, che non può neanche avvalersi della forza d’urto dei cinquestelle metelliani politicamente ancora degli avatar.
E il futuro, inevitabilmente, è più o meno direttamente il risultato del presente, vale a dire l’impossibilità persino di mettere a punto un’ipotesi di lavoro di progetto politico alternativo. Quindi, buio totale e l’opposizione, da questo punto di vista, non esiste affatto.
Il risultato è che l’attuale Amministrazione comunale metelliana può vivere di rendita al di là dei suoi meriti e delle sue manchevolezze, dei suoi punti di forza e delle sue debolezze, delle sue virtù e delle sue incapacità. In altre parole, rischia di essere vincente non per quel che fa, ma per mancanza di avversari o per la loro estrema debolezza.
E questo, però, non è un bene per la democrazia e neanche per la città. Di questo dovrebbero farsene carico un po’ tutti nelle minoranze in Consiglio e anche quelle presenti fuori dal Palazzo. Prima di tutto dovrebbero farlo i maggiori leader delle minoranze, ovvero tanto Marco Galdi quanto Edmondo Cirielli. Non so come, ma il problema dovrebbero porselo e soprattutto affrontarlo.
La verità è che se la musica non cambia, al mandato del sindaco Servalli, ma anche al grigiore di una quotidianità per forza di cose piatta e senza stimoli, sarà gratuitamente assicurata una polizza a vita.
E per un assicuratore, come è nella vita il primo cittadino metelliano, è davvero il meglio che gli possa capitare e il massimo che possa aspettarsi. A dimostrazione che se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, è altrettanto vero che per avere fortuna bisogna nascere con la camicia.
E Servalli, a quanto pare, lo nacque. (foto Gabriele Durante)