Quando ieri mattina ho letto sui social il post con cui veniva denunciato che la manifestazione sulla pizza ancora in corso a Cava de’ Tirreni, in via Gramsci, era priva di autorizzazioni e che non esisteva la “certificazione da parte delle Autorità competenti di sicurezza, delle vie di fuga, dell’igiene dei cibi, che il palco sia a norma”, in tutto onestà ho pensato che si trattasse della solita esagerazione.
Si sa come spesso vanno queste cose. Magari c’è solo qualche presa elettrica non a posto e basta sistemarla per avere l’ok delle autorità. Così, invece, sembra che non sia. A confermarlo, infatti, è indirettamente l’assessore comunale ai Grandi eventi Enrico Polichetti in una email certificata in cui chiede ai dirigenti comunali preposti di “verificare e riferire in quanto non ne sono a conoscenza”. Insomma, Polichetti scende dalle nuvole. E, nel farlo, conferma che qualcosa non quadra per davvero, diversamente avrebbe fornito a iosa tutte le informazioni utili a smentire o quantomeno a circoscrivere le eventuali irregolarità.
Ohibò, mi viene spontaneo chiedere a me stesso, ora anche l’assessore Polichetti, il più attivo e presente dell’attuale compagine, viene meno in questo modo? E non è la prima volta a pensarci. Prima è accaduto per le buatte, poi con la sconcia pubblicità a piazza Duomo, e ora mi viene meno anche per una manifestazione con tanto di patrocinio del Comune, con logo comunale e dicitura Assessorato ai Grandi eventi sul manifesto?
Va bene che quanto prima vedremo il logo del Comune metelliano anche sulla carta igienica, tanto lo si mette dappertutto senza discernimento alcuno e, molto probabilmente, senza alcuna formale autorizzazione sia all’utilizzo del logo nonché al suo corretto posizionamento, ma che l’assessorato ai Grandi eventi patrocini e conceda il logo senza che l’assessore al ramo ne sappia qualcosa, pare davvero troppo.
Si dirà, le competenze amministrative dipendono dagli uffici e non dall’assessore. Certo, ma c’è da chiedersi cosa ci sia a fare lì l’assessore, nel senso che può anche essere che non ne sappia nulla ma, qualora davvero non ci siano state le autorizzazioni prescritte, l’assessore Polichetti assumerà delle decisioni adeguate soprattutto rispetto agli uffici del suo assessorato e nei riguardi di chi dovrebbe vigilare, certificare, intervenire, tutelare la cittadinanza sotto tutti i punti di vista? Insomma, chiederà conto e ragioni? E, soprattutto, piuttosto di rispondere come l’asino in mezzo ai suoni, informerà l’opinione pubblica su come siano andate le cose e come sono davvero i fatti, su chi ha eventualmente sbagliato, su quali provvedimenti saranno presi e nei confronti di chi?
Non ho motivi di dubitare della parola dell’assessore Polichetti, ma, se le cose stanno davvero come è stato denunciato nel post sui social, il dubbio che forse tutti, o quasi, sapevano, ma fanno finto di non sapere, è forte e anche legittimo. Fino a prova contraria, ovviamente.
L’impressione è che siamo di fronte ad un nuovo episodio in cui la politica ne esce con le ossa rotta. Questo per dire che i nostri amministratori comunali danno l’impressione di contare come il due a briscola. O, quando conviene loro, fa comodo dare a credere che a decidere, nel bene e nel male, siano gli uffici, la burocrazia.
In attesa che si faccia piena chiarezza su questa vicenda che, se del tutto vera, è surreale, l’auspicio è che il sindaco Servalli tragga le conseguenze di tutto ciò e che dia una resettata energica alla sua squadra. Non fosse altro per non rischiare di aprirla lui una pizzeria, dove ognuno chiede e ottiene una pizza con il gusto che preferisce. E’ ancora a tempo per voltare pagina ed evitare che anche il suo governo si riveli come un’altra occasione persa per la città.