LA FINESTRA SUL CORTILE I numeri a Servalli danno la quantità ma non la qualità
La settimana politica che si chiude a Cava de’ Tirreni ci porta una novità e due conferme.
La novità è che il Partito Socialista, praticamente scomparso negli ultimi tempi in città, sembra tornare prepotentemente di moda. Per ora conta di sicuro su un consigliere comunale, ma in prospettiva almeno su un altro, la cui adesione ufficiale è solo rimandata per motivi di opportunità, almeno fino a quando non ci saranno nuovi equilibri nella giunta municipale metelliana. E forse i tempi matureranno in men che non si dica. Detto ciò, appare evidente che l’artefice di questo risorgimento socialista in città ha un nome e cognome, Enzo Maraio, consigliere regionale, politico tanto giovane quanto energico e preparato. Un politico, insomma, che a differenza di tanti altri può di sicuro puntare ad avere un proscenio nazionale.
La prima conferma, invece, è che la minoranza, con il passaggio di Enzo Passa in maggioranza, perde ancora un altro pezzo. Questo, tutto sommato, è abbastanza fisiologico. E’ sempre successo, anche in passato, che non pochi consiglieri dell’opposizione siano stati attratti ed entrati nell’orbita del governo municipale. A maggior ragione succede in questo frangente nella città metelliana dove, come già in altre occasioni evidenziato, l’opposizione è divisa non solo in troppi tronconi ma, quel che è più grave, tra di loro ci sono pochi o addirittura nessun punto di convergenza. Per dirlo con una frase fatta, sono di gran lunga più che le cose che dividono piuttosto che quelle che uniscono. E’ anche vero, però, che tutto ciò rientra in una fase che potremmo definire di decantazione. In altre parole, per risorgere l’opposizione cittadina deve toccare il fondo per poter poi risalire. Tutto sta a capire quanto tempo occorrerà. Quanto tempo servirà, per dirlo in senso figurato e forbito, affinché il fiore germogli dal seme macerato. Il vero problema, però, è un altro ancora, ovvero capire chi o cosa e dove sia il seme che dovrà macerare per dare nuovi frutti.
La seconda conferma, infine, è che ormai il sindaco Servalli può contare su una maggioranza larghissima e quindi, almeno all’apparenza, governare senza problemi di sorta. Oddio, è anche vero che le maggioranze troppo lunghe, come le panchine, sono più difficili da gestire. Ci sono, innanzi tutto, più bocche da sfamare. Politicamente, s’intende. E, di conseguenza, in prospettiva aumentano i delusi, gli scontenti e magari pure i pentiti. Senza contare poi il pericolo, questo molto serio, soprattutto per una compagine giovane e inesperta come quella uscita dalle ultime elezioni, che la maggioranza si snaturi, si deteriori con ingressi che non hanno vissuto dall’inizio l’avventura prima umana, poi elettorale, politica e amministrativa. In altre parole, c’è il serio rischio che aumentino le disomogeneità politiche, culturali, etiche, con conseguenze anche imprevedibili. Ad ogni modo, certi processi, anche quelli degenerativi, richiedono un certo lasso di tempo. Al momento, Servalli gode in Consiglio comunale di numeri invidiabili. Certo, i numeri però, se di sicuro rappresentano la quantità, non necessariamente portano qualità. E di qualità, purtroppo, da un punto di vista politico-amministrativo, non è che questa maggioranza ne ha molta. E Servalli, nella scelta dei suoi collaboratori, a tutti i livelli, in quanto a qualità ha fatto anche peggio, privilegiando la fedeltà amicale alle competenze, l’appartenenza politica alle professionalità, gli obblighi elettorali alle capacità. E il risultato è sempre più sotto gli occhi di tutti: molta buona volontà e impegno ma un grigiore, una modestia e una confusione politico-amministrativa vieppiù marcata nel tempo, dopo aver smarrito gradualmente lo smalto e l’entusiasmo iniziali. Certo, è anche vero che i numeri costituiscono per Servalli l’occasione per cambiare marcia e ritoccare un po’ la squadra guadagnando in qualità. Che ciò avvenga è difficile crederlo, ma sperarlo è doveroso e non costa nulla. (foto Gabriele Durante)