La splendida cornice di pubblico e il grande entusiasmo sugli spalti del Simonetta Lamberti non sono bastati alla Cavese di mister Emilio Longo per aggiudicarsi lo scontro al vertice con la Sicula Leonzio e tentare il sorpasso il classifica.
Anzi, sono stati proprio i siciliani ad aggiudicarsi l’intera posta in palio, conquistando la decima vittoria consecutiva in campionato, allungando il passo sulle inseguitrici e mettendo una seria ipoteca sulla vittoria finale. Il tutto senza dover penare più di tanto, sfoderando una prova di carattere e di concretezza invidiabile. Troppo più squadra la Sicula di mister Cozza che, con poche mosse azzeccate e tanta grinta, è riuscito ad imbrigliare bene lo sterile gioco dei metelliani ed affondare i colpi nei momenti giusti della gara.
Il primo gancio i siciliani l’hanno piazzato dopo appena dieci minuti di gioco grazie ad una dormita dei due centrali difensivi biancoblù, che hanno consentito all’ottimo Sibilli di beffare con un pallonetto un indeciso Conti. Un colpo veloce, preciso, chirurgico, che premia un inizio di gara grintoso, con pressing asfissiante e raddoppi immediati. La reazione degli aquilotti è tutta in tiro di Celiento dalla distanza che trova la pronta risposta di Polverino.
La Cavese mantiene in possesso palla, ma soffre terribilmente le folate offensive di uno scatenato Sibilli. Al 24’ Celiento, il migliore tra i metelliani, reclama invano un calcio di rigore per un fallo in area, ma l’incerto Marcenaro lascia correre. Nei restanti minuti di gioco i padroni casa mantengo costantemente il pallino di gioco, ma risultano totalmente incapaci di rendersi pericolosi. I continui raddoppi su Celiento e su Rossi, uniti al pressing su Di Deo e Ciarcià, spengono qualsiasi velleità, costringendo gli aquilotti a provare ad imbastire l’azione dalle retrovie con Galullo o Riccio.
Un suicidio annunciato e non a caso fino al termine del primo tempo la Cavese non riesce ad impensierire minimamente la porta difesa da Polverino.
Nella ripresa mister Longo non apporta alcuna modifica e la musica non cambia. La Cavese pressa gli avversari nella propria metà campo, ma viene sempre meno al momento dell’ultimo passaggio. La partita si incattivisce e le schermaglie e le perdite di tempo aumentano. La gara, però, potrebbe cambiare al 21’ quando Celiento supera in dribbling un paio di avversari e calcia a rete a botta sicura, ma Polverino si esalta e salva la propria porta. A questo punto mister Longo si gioca anche la carta Meloni, dopo aver fatto entrare in precedenza l’esperto Giglio, ma il gol lo trovano gli ospiti sfruttando al meglio il tipico contropiede all’italiana: Cavese in avanti, cross al centro per Celiento che, in piena area di rigore, stecca clamorosamente la palla; gli ospiti la recuperano e lanciano in velocità Lia che, partendo dalla propria metà campo, s’invola verso l’area di rigore ed appoggia a Rabbeni per il 2 a 0.
I padroni di casa tentano l’arrembaggio finale alla ricerca, quantomeno, del gol della bandiera, ma prima Loreto viene ribattuto da un difensore, poi Polverino riesce fortunosamente a deviare con il piede un tiro di Ciarcià. Finisce con i siciliani in visibilio per l’importante vittoria e i metelliani amareggiati e delusi per l’incredibile occasione persa.
CAVESE (4-3-3): Conti; Padovano, Riccio, Galullo, Loreto; Ciarcià, Di Deo, Rossi ; Golia (17’st. Giglio), Gabrielloni (27’st. Meloni ) Celiento (41’st. Bellante) A disp. D’Amico, Ulianio, Alleruzzo, Parenti, Felleca, Migliaccio. All Longo
SICULA LEONZIO (4-3-3): Polverino; Orefice, Porcaro, Scoppetta, Cacciola ; Marino , Catinali, D’Amico(27’st. Lia); Rabbetti , Randis (15’st. Assenzi), Sibilli. A disp. Cascione, Lorefice, Milizia, Lomasto, Cerra, Gallon, Calabrese. All Cozza
Arbitro: Marcenaro di Genova
NOTE: giornata soleggiata, campo in discrete condizioni. Spettatori: oltre 3.000, incasso non comunicato. Ammoniti: Loreto (C), D’Amico (SL), Polverino (SL), Rossi (C), Ciarcià (C), Orefice (SL), Porcaro (SL), Rabbeni (SL). Angoli: 6 a 2 per la Cavese. Recupero: 3’pt, 5’st.
RETI: 10’ pt. Sibilli, 37’st. Rabbeni
(foto Gaetano Guida)
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