Intervista al sindaco di Pagani Raffaele De Prisco: “Quello che conta è la squadra e fare squadra”
Avvocato, 48 anni, Raffaele Maria De Prisco, Lello per gli amici, è il primo cittadino di Pagani dallo scorso autunno, quando alle ultime elezioni comunali del 20 e 21 settembre 2020, con il sostegno di quattro liste civiche, ha sconfitto sia i candidati a sindaco del centrodestra che quello del centrosinistra.
Per troppi versi, Raffaele Maria De Prisco rappresenta una rottura con il recente, tormentato passato politico-amministrativo del Comune di Pagani. Insomma, con la sua carica di energia e di entusiasmo, De Prisco sembra aver impresso un cambio di passo alla vita amministrativa puntando a dare un volto alla città paganese.
In questi ultimi mesi in particolare si è fatto conoscere ed apprezzare per il suo dinamismo, l’incisività del suo operato in questa difficile stagione del Covid, la sua capacità di comunicare attraverso i social, la naturalezza nel modo di porsi e, infine, per l’eccellenza del centro vaccinale operante nella sua città.
Lei è stato tra i contagiati dal Covid. Come ha vissuto come persona e da sindaco questa esperienza della pandemia?
“E’ stata un’esperienza non durissima da un punto di vista fisico. Sotto l’aspetto psicologico invece la cosa è stata più delicata perché non sai qual è l’evoluzione della malattia e quindi cosa può accaderti il giorno dopo. E poi c’è il problema della solitudine. Non l’ho vissuta perché mi trovavo a casa dei miei genitori. Ma chi deve affrontare il problema del contagio da Covid da soli, il problema psicologico è più forte della stessa malattia. Mi riferisco agli asintomatici o a chi lo ha avuto in maniera lieve. Il fatto di non avere a chi rivolgersi, il medico che non ti viene a trovare, è un fatto che psicologicamente ne risenti molto. Non credo nel protocollo attuale dell’assistenza vigilata. Penso che il medico deve andare a trovare i contagiati e la cura deve avvenire a domicilio. Ora più di prima visto che il personale sanitario è vaccinato. Questa esperienza ha confermato la mia scelta di reperire i nominativi di paramedici, per una struttura parallela all’USCA al servizio della città, i quali in caso di necessità si recavano a domicilio per l’assistenza sanitaria ai malati di Covid. Il punto debole del sistema sanitario è stato proprio quello di non aver previsto assistenza domiciliare a chi era solo, ma anche a quelli in compagnia, in quanto non possono essere visitati da chiunque, c’è bisogno di una struttura parallela alle stesse UCSCA per l’assistenza domiciliare, per gli alimenti, finanche per portare il cane a fare i propri bisogni. Problemi che sono stati sottovalutati ma che a un sindaco vengono sottoposti quotidianamente e che bisogna affrontare nei limiti del possibile. Per fortuna abbiamo avuto una USCA molto efficiente”.
Dall’esterno abbiamo apprezzato il modo come Pagani ha gestito le vaccinazioni, lei per quanto ci risulta è stato il primo a fare le open day, con le giornate libere aperte anche ai non paganesi, mentre a Cava ci azzuffavamo per vaccinarci. Qual è stato il segreto?
“E’ stato un lavoro di squadra. In questo devo ringraziare molte persone, a cominciare da un vostro concittadino, Raffaele Vaglia, presso la cui struttura, il cinema La Fenice, abbiamo aperto il centro vaccinale. Il segreto è stato una forte collaborazione con l’ASL. Abbiamo anche fatto una “campagna” a favore del vaccino AstraZenica, con il quale nessuno o quasi voleva vaccinarsi. In questo siamo stati confortati da medici, anche per l’open, come il dottore Tortora e Lombardi. Sia chiaro, in questa vicenda fondamentalmente un sindaco non gestisce niente. Certo, mette a disposizione la struttura, il volontariato. Chi gestisce i vaccini e li distribuisce è l’ASL. C’è stato comunque un buon lavoro di squadra”.
Abbiamo letto il suo curriculum vitae. E’ molto stringato, ma in modo significato lei scrive di avere capacità di interagire in un team che condividono obiettivi e di coordinare persone e cose per il raggiungimento di finalità…
“Ho sempre fatto parte del mondo del volontariato, compreso missioni in Kossovo con la Protezione Civile. La mia esperienza nel campo emergenziale l’ho maturata soprattutto l’anno scorso con le associazioni Pane e Libri per tutti e Il Cammino di Sant’Alfonso, di cui sono fondatore, nel pieno della pandemia abbiamo distribuito, con le donazione ed altro, più di 1.500 pacchi alimentari, conoscendo così attraverso questo mondo le necessità più capillari prima di quanto poi avvenuto in campagna elettorale, ma anche di capire come far funzionare una struttura di una semplice associazione in una situazione di emergenza pandemica. Abbiamo così preso coscienza e affrontato tante esigenze, come il problema degli immigrati che non sapevano iscriversi in piattaforma per avere i buoni spesa. A Pagani abbiamo una forte presenza di immigrati indiani che erano stati messi fuori dalle case dove prestavano servizio ed erano senza sostentamento e persino la mensa della chiesa era stata chiusa. E’ stata un’esperienza che poi ho portato qui in Comune. A me piace l’organizzazione, lavorare in prima persona, ma quello che conta è la squadra e fare squadra”.
Sempre nel curriculum con piacere abbiamo letto che è appassionato di letteratura, teatro e cinema…
“Prima di essere sindaco e dopo essere un pellegrino, ho fondato nel 2019, con motivazioni sociali, l’associazione Pane e Libri per tutti, perché avevo a disposizione dieci-quindicimila libri. Due le ragioni: la prima come messaggio, perché i libri danno cultura e libertà e quindi indipendenza. Il secondo, il pane: proprio poco dopo la fondazione, e questo è un segno di Dio, io credo ai segni divini, è stata una mera coincidenza perché la nostra associazione con la pandemia ha dato tanto pane a chi aveva bisogno. Insomma, abbiamo aperto una biblioteca che a Pagani al momento non c’è, ma che come sindaco intendo realizzarla. In ultimo è stata anche l’occasione per il recupero di un cortile nella zona del centro storico che va rigenerato”.
Lei si è segnalato per la sua presenza sui social e in generale per la comunicazione puntuale e trasparente. Da quello che si è capito lei in prima persona cura la comunicazione ma oltre a lei chi cura la comunicazione istituzionale dell’ente comune?
“Il Comune di Pagani è in dissesto e non posso avere un ufficio di staff. Ho la mia pagina personale, poi quella da sindaco e per quest’ultima vengo aiutato da Martina Nacchio. Per cui provvedo io in prima persona da un punto di vista economico. Per quanto mi riguarda, sono i soldi meglio spesi”.
Sulle riaperture è stato immediata la sua attività di confronto con le categorie commerciali per aiutare la ripresa; cosa è stato fatto e qual è stata la risposta della città?
“Come sindaco in questa pandemia ho rispettato ma non condiviso i protocolli. Io non avrei mai chiuso le piazze, le ville, gli spazi. Se si parla di mantenere il distanziamento, gli spazi vanno tenuti aperti e allargati e non chiusi. Poi ci sono arrivati al fatto che all’aperto c’è meno pericolo di contagio. Quando c’è stato il problema di riaprire in ragione del grande disagio dei commercianti, ho pensato di regalare gli spazi di suolo pubblico per far riprendere le attività a chi non disponeva di spazi all’esterno. Abbiamo fatto un incontro chiamando direttamente i singoli commercianti, superando le associazioni di categoria che, come la politica, sono ormai autoreferenziali. Ritengo che le forme di partecipazione devono essere le più partecipate possibili. In questa ottica, partiremo a giugno con una nuova iniziativa che è quella del mercato settimanale serale… noi paganesi sin dal trecento siamo i fondatori dei mercati ambulanti”.
Dall’esterno l’impressione che lei dà è quella di un sindaco che punta molto sulla comunicazione, sulla trasparenza, sul dinamismo, sulla tempestività e sulla squadra. Si riconosce in ciò?
“Sì, mi riconosco molto in questo, però c’è anche un filo che mi lega a disegni che non dipendono dalla propria volontà. Nel senso che c’è anche molta speranza legata ad un concetto di fede”.
Lei quindi crede nella Provvidenza?
“Sì, molto”.
Quando lei in un post annunciava l’open day aperto a tutti, anche ai non paganesi, invitando a venire nella sua città a vaccinarsi e poi andare a visitare la Basilica di S. Alfonso, faceva solo marketing territoriale?
“Lo dicevo come marketing territoriale in senso istituzionale e laico, ma da un altra parte del mio cuore, quindi da un punto di vista di fede, invitavo a visitare la Basilica di S. Alfonso. Sono comunque il fondatore de Il Cammino di S. Alfonso“.
Insomma, unire il sacro al profano?
“Anche questo è stato un segno. Mai avrei pensato di portare dei pellegrini a Pagani attraverso i vaccini”.
Rispetto a come l’immaginava, come ha vissuto e sta vivendo il suo ruolo di primo cittadino?
“Lo sto vivendo per come me l’aspettavo. C’è un punto che avevo sottovaluto e che ritengo debba essere motivo di battaglia politica per tutti i sindaci e riguarda la estrema carenza di personale. Ci vuole uno sblocco delle assunzioni del pubblico impiego negli enti locali. Pagani ha 60 dipendenti comunali su 250 in organico. Ecco spiegato perché per una carta di identità bisogna aspettare due mesi, un mese e mezzo per uno stato di famiglia. Quello della carenza del personale è il vero punto critico e dolente di ogni amministrazione”.
Ci fa un primo bilancio da sindaco?
“Moderatamente soddisfatto. Mi sono insediato come sindaco il 14 ottobre dello scorso anno. In questi primi mesi ho recuperato tutti gli atti contabili che non erano stati fatti in due anni, ho portato avanti un Puc ad un mese dalla scadenza. Dopo aver avuto un anno di proroga in questo momento è già a buon punto. Abbiamo costituito una nuova società di servizi e siamo solo in attesa del parere dei pareri dei revisori dei conti, abbiamo messi in piedi un punto vaccinale di eccellenza”.
Ci spiega cos’è questa nuova società di servizi?
“La Sam (Società Ambiente e Manutenzione) nasce dalla fusione della Pagani Servizi e della ASPA (Azienda Speciale Pagani Ambiente) per esigenza di razionalizzazione, risparmio ed efficientamento. Per pura coincidenza Sam è il nome del mio personaggio preferito del Signore degli Anelli. E’ il giardiniere che poi diventa sindaco per duecento anni. Questo per dire che Sam, il giardiniere, è il vero eroe. Sam è un nome di speranza, perché dobbiamo dirla tutto: la mafia e la camorra sta nei rifiuti. E Sam, in questo contesto, rappresenta la speranza.
E per il futuro cosa si propone di realizzare?
“Portare a termine il Puc e poi la sua attuazione, quindi mettere in piedi il nuovo disegno della città, la rigenerazione urbana della parte storica, vanno rifatti il piano viario, piano del verde ecc. Dal Puc parte tutto.
Poi, c’è il rilancio del Mercato Ortofrutticolo di cui abbiamo acquisito al patrimonio comunale l’87 per cento”.