Il successo di Matteo Salvini e i vizi capitali della Sinistra
Ormai è pacifico: nella politica italiana si aggira il nuovo mostro, un altro Matteo, ma questo qui sembra essere di gran lunga peggiore. Stiamo parlando, lo si è capito, di Matteo Salvini, leader della Lega, ministro dell’Interno e vice-premier. Nel bene e nel male sta oscurando tutti, compresi Di Maio e l’intero Movimento 5 Stelle. Per non parlare poi degli altri partiti del centrodestra, surclassati politicamente e, soprattutto Forza Itala di Berlusconi, prodigiosamente vampirizzati elettoralmente.
Oramai Salvini occupa la scena senza rivali. Solo contro tutti. E’ diventato per Saviano il ministro della Mala Vita, un’esagerazione senza fondamento come se il leader della Lega fosse invece il capo di mafia e camorra, ma anche ndrangheta e sacra corona unita messe insieme. Per altri, molto più modestamente, è il vice Trota, in pratica, il vice di quel campione di intelligenza politica e di onestà del figlio di Umberto Bossi, fondatore della Lega e alla fine sorpreso con le mani nella marmellata. E c’è chi vorrebbe un tribunale per giudicarlo per i bambini morti in mare a causa della sua disumanità. Famiglia Cristiana si supera con un «Vade retro Salvini», sperando di esorcizzare il diavolo lumbard che sta ormai conquistando il Paese. Oddio, di attacchi a Salvini ce ne sono a iosa e non solo sui social. Dal Consiglio comunale di Maiorca in Spagna, che non avendo null’altro cui pensare, si affanna a dichiarare il nostro persona non gradita, per non parlare poi del manifesto farlocco di Rolling Stone per mettere insieme artisti e intellettuali in un altisonante «Noi non stiamo con Salvini», e via di questo passo. Fino ad arrivare alle ultime polemiche, che vedono nell’occhio del ciclone Salvini, quelle per la nomina dei vertici Rai e per un tweet del nostro, con un provocatorio “tanti nemici tanto onore” dall’inequivocabile sapore mussoliniano.
In tutto questo bailamme, Salvini cosa fa? Va dritto per la sua strada e impazza sui social. Già i social. C’è chi si è presa la briga di confrontare la pagina facebook di Matteo Salvini con quella di altri politici e brand famosi. E’ emerso un risultato definito impressionante: «Nessuno sta dietro a Matteo Salvini, nemmeno la pagina Facebook di Facebook va bene come quella di Salvini». E ancora: «Per coprire il pubblico che Salvini raggiunge in un mese ci vogliono 6,8 milioni di euro di pubblicità pagata su Facebook. Seguono Di Maio con 3 milioni e mezzo, Trump con 3 milioni, Meloni con 1,2 milioni e Saviano con “soli” 479.000 euro».
Non a caso, retweetando ieri questa ricerca, Salvini scrive: «Grazie al Popolo della Rete, più forte della “informazione ufficiale”!». Eh sì, perché altrimenti non si spiegherebbe il crescente aumento di consensi nonostante Salvini abbia contro quasi del tutto l’intero sistema mediatico.
Insomma, tirando le conclusioni, sembra che più si attacchi Salvini più lo si fa diventare popolare. Non è, però, tutto merito dei social, ovviamente. In buona parte, invece, è colpa della Sinistra, Pd compreso, che chiusa presuntuosamente nei propri convincimenti, slogan e stereotipi triti e ritriti, si rifiuta di cercare di leggere, interpretare e capire quello che avviene nella società, quali sono le pulsioni, qual è il comune sentire, quali le paure, le preoccupazioni del cittadino delle ultime file. Tanto per essere più chiari con un interrogativo banale e attuale: soprattutto chi non è di destra può esprimere un bisogno di sicurezza, una vocazione alla legalità, senza per questo essere considerato xenofobo? Chi chiede ciò, può essere liquidato con sufficienza snocciolando i dati delle statistiche che danno in diminuzione il numero dei reati? La risposta all’apparenza scontata, nella realtà non lo è per nulla. Il risultato: Salvini s’invola, la Sinistra s’incarta.
E da qui i due vizi capitali della Sinistra: la demonizzazione dell’avversario politico, incurante del fatto che così facendo vengono screditati diversi milioni di elettori, e la conseguente, inevitabile, sublimazione della superiorità antropologica, oltre che culturale, morale e politica, degli umani di sinistra. E la frittata è fatta! Inevitabilmente.
Non a caso, scrive Marco Zonetti su Affaritaliani.it: «Matteo Salvini finisce per essere visto come una vittima della vecchia politica sconfitta, come un capro espiatorio di tutti i mali, e per il classico effetto underdog (del cane bastonato) aumenta il proprio consenso. Un po’ come succedeva a Silvio Berlusconi anni fa, quando gli accanimenti giudiziari e mediatici da parte degli ambienti di Sinistra finivano per farlo assurgere alla statura di eroe incompreso e osteggiato da chi non voleva “farlo lavorare”».
E ancora: «Trasformare Salvini in un parafulmine, in una sentina di tutti i mali dell’umanità, in una bambola voodoo da trafiggere a oltranza con infiniti spilloni, non gioverà alla causa di chi vuol destituirlo, specie se ancora non si è operata una riflessione sul motivo per cui il Ministro dell’Interno riesca a calamitare così tanto consenso nel nostro Paese, passando dal 17 % del 4 marzo scorso al 30% di questo mese».
Sì, perché il problema è proprio questo, soprattutto per il Pd che si lecca ancora le ferite e non è stato tuttora capace di darsi una nuova, vera leadership, non avendo chiarito l’equivoco di fondo: comanda Renzi o no?
In conclusione, mentre Salvini procede come un trattore, il Pd si illude di recuperare consensi attaccando a testa bassa il leader della Lega. Farebbe meglio a chiedersi il perché di una perdita di consensi spaventosa in così pochi anni e a rigenerarsi tanto nelle idee quanto negli uomini. E’ questa l’unica strada per recuperare la credibilità perduta.
Il problema di fondo, infatti, è la credibilità politica. E la Sinistra e il Pd difettano agli occhi degli italiani proprio di credibilità. La sintesi, qualche sera fa, la dava in tv un anziano aderente alla CGIL che, da sempre elettore di sinistra, si professava ora sostenitore di Salvini con un’icastica affermazione: «Non condivido sempre quello che dice, ma è credibile!».
Più chiaro di così…
Grazie della citazione 🙂
Grazie a lei e complimenti per le puntuali e acute riflessioni. Pasquale Petrillo
grazie infinite, Pasquale, complimenti anche a lei 🙂