Il coraggio di Servalli & soci di aumentare le tasse in tempo di Covid… ma è coraggio o è altro?
Servalli non è Robin Hood, piuttosto veste i panni dell’odioso Sceriffo di Nottingham
Certo che ci vuole coraggio, di questi tempi, nel decidere di aumentare le imposte. E’ quello che ha deliberato l’attuale maggioranza del sindaco Servalli, che ha portato l’addizionale comunale Irpef a carico dei contribuenti cavesi dallo 0,5 allo 0,8%. Un botto del +60%.
Ma sarà davvero coraggio? Forse è più semplicemente insensibilità sociale. Forse è molto probabilmente incapacità gestionale. Forse è totale sfrontatezza, per non dire vera e propria strafottenza, nei riguardi della propria città, la quale, come il resto del Paese, boccheggia economicamente. La verità è che i nostri amministratori comunali, mai come in questa occasione, danno l’impressione di muoversi politicamente con lo stesso distacco ed indifferenza di uno strozzino.
L’assessore al ramo Antonella Garofalo ha giustificato l’aumento del balzello con la logica del buon padre di famiglia, costretto suo malgrado a compiere scelte che non sono facili, ma spinte dal senso di responsabilità. Povera assessore Garofalo, questa è la parte che le hanno detto se non imposto di recitare. Una bella arrampicata sugli specchi. Se non fosse la signora che è, le diremmo che ci vuole una bella faccia tosta a chiamare in causa la figura del buon padre di famiglia. La sua, lo comprendiamo, è una difesa d’ufficio. Forse avrebbe fatto meglio a tacere, appellandosi da buon avvocato alla clemenza della corte, ovvero dei cittadini-elettori cavesi.
Sì, perché il buon padre di famiglia, e questo l’assessore Garofalo lo sa perfettamente, non taglieggerebbe i propri figli, ma farebbe il diavolo a quattro per far quadrare il bilancio familiare. Innanzi tutto, con il risparmio, tagliando il superfluo, ma soprattutto sacrificando in primo luogo se stesso. Insomma, Servalli non è Robin Hood, piuttosto veste i panni dell’odioso Sceriffo di Nottingham.
Ricordate quando venne eletto la prima volta il sindaco Servalli nel 2015? Uno dei suoi punti programmatici più sbandierati era la spending review. Per chi non conosce l’inglese, in pratica si era impegnato a rivedere le spese, a ridurre i costi, eliminare gli sprechi. In altre parole, a risanare le finanze comunali per gravare meno su noi contribuenti. Al di là delle promesse elettorali, di questa spending review, con cui Servalli si riempiva la bocca, non si è saputo più nulla.
Ora, cara assessore Garofalo, caro sindaco Servalli, cari consiglieri comunali di maggioranza, sarebbe stato il caso di applicare un po’ di spending review.
Quale momento sarebbe stato migliore di questo? E allora perché non incominciare a tagliare un po’ qui e un po’ là. Ridurre, tanto per cominciare, le spese dello staff del Sindaco, visto anche la scarsa e dubbia produttività. Alleggerire le indennità di risultati dei dirigenti comunali, visti anche i risultati tanto poco apprezzati e goduti dalla cittadinanza. Ridurre le posizioni organizzative a quelle strettamente indispensabili e non per dare contentini e fare clientela. Cancellare con un deciso tratto di penna i progetti per conseguire obiettivi di lavoro che dovrebbero essere ottenuti in ordinario, ovvero nel normale orario di ufficio. Non consentire più i comandi di personale in ingresso, con stipendi a carico dei contribuenti cavesi. E, ancora, ridurre ai minimi termini gli incarichi esterni (nel nostro Comune si fanno realizzare all’esterno persino i progetti di marciapiedi non marciapiedi, come li definisce il vicesindaco Nunzio Senatore, invece che farli redigere dall’Ufficio Tecnico comunale). E via di questo passo. Ce ne sarebbero ancora sprechi da tagliare. Di sicuro anche più rilevanti e consistenti. E’ solo questione di volontà.
In ultimo, ma non ultimo, si potrebbe dare il buon esempio, con un gesto simbolico, riducendo sensibilmente le indennità percepite quali Sindaco e Assessori.
Sento già i menestrelli di corte e i tanti che aspirano o hanno già avuto qualche prebenda, ritenere tutto ciò demagogico e populista. Forse. Ma si è meno populisti e demagogici quando, farisaicamente, si vuol fare i perfettini, ostentando la propria angustia nel portare sulle proprie spalle il peso dell’universo, giocando però con il fondoschiena degli altri? Anzi, in questo caso, alleggerendo il portafoglio dei contribuenti cavesi?
D’altro canto, a quanto pare le casse comunali sono disastrate. Non avevamo dubbi, al riguardo. D’altronde, non è meno disastrata l’intera macchina comunale, che eroga ai cittadini servizi spesso, salvo poche eccezioni, scadenti e raffazzonati. In quest’ultimo decennio, è bene ribadirlo, la struttura comunale è stata scientemente e sciaguratamente devastata con finalità clientelari e non certo per ragioni di efficientamento. Tanto mal messa, da essere in affanno persino nella riscossione dei tributi comunali. Ad ogni modo, se le casse comunali piangono, è colpa di noi cittadini o di chi ci amministra? La domanda è ovviamente retorica.
Detto questo, tre brevi considerazioni e una domanda.
La prima considerazione è che hanno votato a favore dell’aumento anche quella parte moderata, proveniente quasi tutta dal centrodestra, che doveva, come dire, rappresentare un punto di equilibrio in questa maggioranza di centrosinistra, un diverso modo di governare di questa Amministrazione. E che inopinatamente aveva permesso a Servalli di vincere al primo turno alle ultime comunali. Purtroppo, da Antonio Barbuti, Pasquale Santoriello, Fernando Mandara, ma anche da De Filippis e dallo stesso Balestrino, non si è visto alcun segno di diversità. Al contrario, hanno mostrato un atteggiamento marcatamente passivo e remissivo. In altre parole, hanno dato corpo ad una totale e colpevole omogenizzazione politica. Poteva essere per loro l’occasione per dimostrare di esistere. Hanno compiuto la loro scelta, legittima per carità, che sgombra però il campo da eventuali equivoci politici futuri. Insomma, non è detto che il postino suoni due volte.
La seconda considerazione riguarda le opposizioni. Non giriamoci attorno, finora spesso hanno giocato, qualche volta hanno abbaiato, ma non hanno mai morso. Politicamente, s’intende. Ora è tempo di mordere, diversamente, al di là di tutti i distingui di questo mondo, nell’opinione pubblica cittadina saranno assimilati come classe dirigente all’attuale maggioranza. Un’alternativa credibile a questa maggioranza va creata da adesso, ma con i comportamenti e i contenuti, non con i predicozzi, le vignette, i balletti politico-diplomatici e le chiacchiere a vuoto.
La terza considerazione riguarda il sindaco Servalli, il quale è il primo responsabile di questo balzello, ma che per non tornare a fare l’assicuratore sogna una prossima candidatura alle politiche o alle regionali del 2025, che coincideranno con la fine del suo secondo e ultimo mandato da sindaco. Ma davvero crede che i cavesi dimenticheranno tutto questo suo malgoverno? Potrebbe darsi di sì. Gli italiani sono brava gente, goderecci e smemorati. Questo sì, è vero. Ma proprio fessi no.
Infine, una domanda per l’amico segretario del Pd cittadino, l’avvocato Massimiliano De Rosa, il quale, nel difficile e disperato tentativo di resuscitare i morti (sempre politicamente parlando), si industria con comunicati e manifesti a difesa di quest’Amministrazione comunale. Fa bene. E’ suo interesse e dovere, ci mancherebbe. Proprio per questo gli chiedo: cosa si inventerà ora per giustificare e nobilitare questo alleggerimento con destrezza del portafoglio dei cavesi?
Servalli ha dimostrato di essere un vero decisionista!