L’intervista al professore Luigi Senatore, pubblicata oggi dal nostro giornale, fra le tante cose mi suggerisce di riproporre un’idea formulata un mese fa Clicca qui.
E’ quella di un patto civico per Cava. Sia chiaro, l’intervista ha moltissimi altri interessanti spunti di riflessione su vari aspetti e problematiche. Alcuni passaggi dell’intervista, però, hanno particolarmente colpito la mia attenzione. E mi portano a ritenere che quella civica sia l’unica strada percorribile per tentare di dare un governo di qualità alla città.
Fra questi passaggi c’è quello in cui Luigi Senatore afferma che «la partecipazione e la trasformazione da “cittadino suddito” a “cittadino attivo” è la miccia che può innescare un rinnovamento epocale».
E ancora: «Occorre avere questa consapevolezza, smettere di elemosinare diritti e cominciare a pretendere di essere rispettati. Aprire dibattiti su temi importanti che riguardano la Città serve a creare consapevolezza, a formare, a dare visione, a guardare avanti».
E secondo questo lo possono fare gli attuali partiti? «Il problema è la natura di ciò che rimane dei partiti tradizionali, che identifica nella partecipazione il pericolo più grande da combattere e soffocare» afferma Senatore in un altro passaggio.
«C’è bisogno di una buona ma soprattutto nuova ed innovativa politica». afferma ancora il nostro. Ricordando poi alcuni progetti che lo hanno visto o che lo vedono impegnati in prima persona. E’ il caso dell’Incubatore di Imprese in Micro e Nanotecnologie, Cava Smart e del Regolamento sui Beni Comuni. «Purtroppo, tutti sono rimasti “al palo” perché non c’è una classe politica innovativa», afferma sconsolato Senatore.
Magistrali sono poi le riflessioni su quella che dovrebbe essere la futura classe dirigente cittadina.
«La Città non ha bisogno di un singolo ma di un gruppo lungimirante, competente, affiatato, legato da fiducia e stima e caratterizzato da grande umiltà».
Poi: «Un insieme di donne ed uomini di buona volontà capace di saper leggere ciò che ci offre il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)».
Il motivo? «Anche gli amministratori locali devono necessariamente progettare guardando alla strategia nazionale». Infine, «arrivare prima degli altri ad intuire delle strade di sviluppo è fondamentale».
In conclusione, è tempo di prepararsi ad un confronto a tutto campo per un’alleanza politica che in modo trasversale vada oltre partiti e schieramenti. In altre parole, adoperarsi per costruire un’identità programmatica capace di attrarre e unire il meglio che offre la nostra città.
E’ bisogna cominciare a lavorare già da adesso proprio per scongiurare quell’eterogeneità che, come evidenzia lo stesso Senatore, impedisce all’attuale Amministrazione di fare sintesi tra anime diverse. E che si riverbera negativamente sulla «gestione amministrativa, trasmettendo insicurezza ad ogni nodo decisionale».
Non resta altro, a parere di chi scrive, che prendere l’iniziativa per avviare un dibattito a tutto campo sul presente e sul futuro della nostra città. I tempi sono maturi. (foto di Aldo Fiorillo)