scritto da Luisa Franzese - 17 Aprile 2022 10:00

Guerra in Ucraina… per ora quella di papa Francesco è una “vox clamantis in deserto”

Guerra in Ucraina... per ora quella di papa Francesco è una "vox clamantis in deserto"

E’ la prima Pasqua di guerra per noi europei dopo quasi ottant’anni dall’ultima, quella del 1945. Non eravamo affatto abituati a vedere gli orrori e la follia di un conflitto armato quasi sull’uscio di casa. Purtroppo, dobbiamo farcene una ragione. Non per questo, però, rassegnarci e non agire per lavorare per la pace, per la libertà di ciascuno di noi, per l’indipendenza dei popoli e la sovranità degli Stati.

Ad  ogni modo, a quasi due mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, alcuni punti sembrano ormai assodati.

In primo luogo, quella che doveva essere una guerra lampo, quasi una passeggiata dei russi nel sottomettere l’Ucraina, si è rivelata invece soltanto un’illusione di Putin e dei suoi generali.

Gli ucraini stanno resistendo, innanzi tutto come popolo. C’è di più. Pur subendo terribili distruzione e massacri, stanno mettendo in seria difficoltà l’esercito russo, costretto a ripiegare e a rivedere la sua strategia di occupazione.

In secondo luogo, sia pur invasa e martoriata, l’Ucraina sembra per così dire uscita finora “vittoriosa” (se questo termine può essere usato). Per le perdite subite e il ridimensionamento dei piani di invasione, la Russia, al contrario, per certi versi appare sconfitta.

C’è poi un altro aspetto, ovvero il ruolo che sta giocando l’Occidente, che all’Ucraina sta fornendo aiuti ed assistenza militare.

C’è di più. Gli Stati Uniti più di chiunque altro, come superpotenza militare, stanno svuotando i propri arsenali militari fornendo agli ucraini armi moderne e sofisticate. Il risultato è che stanno influenzando fortemente il corso degli eventi bellici. A favore degli ucraini, ovviamente, facendo emergere le debolezze e, per alcuni versi, l’impreparazione dell’esercito russo.

E’ evidente come la Russia, una potenza nucleare, stia mostrando notevoli difficoltà in una guerra convenzionale. Era già successo in passato in Afghanistan. E lo stesso, in più di un’occasione, è accaduto per gli Stati Uniti. A dimostrazione che ricorrere alle armi non risolve i conflitti, anzi, li acuisce, seminando morte e distruzione.

In conclusione, è ormai quasi certo che questa guerra continuerà per un bel po’. E’ nata come l’invasione russa dell’Ucraina, ma si sta sempre più trasformando in un braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia. La loro, è una pericolosa e assurda prova muscolare.

Questo è l’aspetto più serio e preoccupante. Non a caso, le poche e deboli iniziative di pace sono finora fallite. Anzi, di pace ormai non se ne parla proprio più.

L’unico a far sentire la sua voce, forte e chiara, è papa Francesco. Le sue parole di condanna della guerra e l’appello alla riconciliazione risuonano in modo inequivocabile.

Per ora, però, la sua è una vox clamantis in deserto.

E’ tempo, quindi, che l’opinione pubblica del nostro Occidente faccia sentire la sua voce nel chiedere iniziative serie per riportare la pace nel cuore dell’Europa.

Prima che sia troppo tardi.

Laureata in Giurisprudenza, Avvocato,

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