Elezioni provinciali, il sindaco Servalli è tra gli eletti del Pd a Palazzo S. Agostino
L’eterno ritorno. Immuni ai numerosi tentativi di abolizione, sopravvissute grazie alla vittoria del NO al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, le province ieri sono andate al voto. E’ stato impiegato il metodo elettivo di secondo livello, uno dei più antichi criteri di votazione che nella fattispecie ha visto il corpo elettorale ridotto ai sindaci e ai consiglieri comunali che, in base alla riforma Delrio, dovranno eleggere assemblee della Provincia.
A rispondere alla chiamata al voto avrebbero dovuto essere trentotto enti territoriali, ma l’ondata di maltempo ha fatto rinviare le elezioni in otto capoluoghi del sud.
In tutto, alla fine, saranno settantasei le province che rinnoverannoi propri organi. Le politiche dei tagli hanno ridotto, negli ultimi due anni, il personale da cinquantamila a ventimila unità in una macchina burocratica le cui pertinenze territoriali sono preminentemente la viabilità, l’ambiente e le scuole; la spesa corrente delle Province è diminuita, passando dagli oltre sette miliardi di euro del 2013 ai quasi cinque miliardi nel 2016.
Anche l’Ente salernitano è stato chiamato alle urne per il rinnovo del Consiglio provinciale. Sono ottantuno i candidati che si sono messi in gioco e sette le liste presentate: Partito Democratico, Cittadini Per La Provincia, Partito Socialista Italiano, Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Davvero Al Centro e La Provincia Di Tutti. Milleottocentoottantacinque aventi diritto al voto hanno deciso i nomi dei sedici nuovi consiglieri che per i prossimi due anni andranno a Palazzo Sant’Agostino e per questo incarico non percepiranno un compenso, ma lavoreranno a titolo gratuito.
Per la Città di Cava de’ Tirreni si sono candidati il sindaco Vincenzo Servalli nella lista del PD, il consigliere Enzo Passa col P.S.I. e l’ex sindaco Marco Galdi con la lista La Provincia Di Tutti. I tre consiglieri comunali di maggioranza appartenenti all’UDC (Giovanni Del Vecchio, Marisa Biroccino e Gerardo Baldi) hanno appoggiato la candidatura dell’ex sindaco di Angri Pasquale Mauri.
Il cosiddetto “voto ponderato” ha suddiviso i Comuni interessati in fasce in base al numero degli abitanti. Per i Comuni appartenenti alla Fascia A (fino a tremila abitanti) la preferenza degli amministratori è valsa 14 punti; per quelli di fascia B (tra tremila e cinquemila abitanti) 32 punti; 56 punti per i Comuni di fascia C (tra cinquemila e diecimila abitanti); 88 punti per quelli di fascia D (da diecimila a trentamila); per i Comuni di fascia E, cui appartiene anche Cava, (da trentamila a centomila abitanti) 164 punti; infine per la fascia F di cui fa parte solo il Comune di Salerno (da centomila a duecentocinquantamila abitanti) 402 punti.
I risultati scaturiti dalle urne hanno visto il sindaco Servalli eletto nelle liste del PD con 16 voti, di cui uno pervenutogli dal Comune di Salerno ad opera, molto probabilmente, di Veronica Mondany, consigliere comunale nelle file del P.S.I. e figlia del consulente alla sicurezza nel Comune di Cava, Tito Mondany.
In totale, le preferenze conquistate da Enzo Servalli sono 3.676 e gli hanno permesso di classificarsi tra il quarto e il quinto posto nella lista del PD (al momento della stesura dell’articolo mancano ancora pochi voti per dare contezza definitiva della sua posizione) . Il Sindaco si è dichiarato entusiasta del risultato ottenuto ed ha affermato appena saputo della sua elezione: “E’ una bellissima soddisfazione, la mia elezione è stata ottenuta a ridosso di candidati supportati da deputati. E’ stata una campagna dura e difficile, ma il risultato finale ci compensa di tutto. Era importante riuscire a portare un rappresentante di Cava in seno al Consiglio provinciale; da soli non si va da nessuna parte, è invece fondamentale avere un dialogo stretto e costante con le altre istituzioni del territorio per poter far sentire le nostre istanze”.
Non ce l’hanno invece fatta gli altri due candidati cavesi: Enzo Passa e Marco Galdi. Passa ha ottenuto 3 voti, mentre Galdi, che ha lasciato tutti stupiti per il suo passaggio in una lista di estrema sinistra, non ha totalizzato alcun voto.
Soddisfazione anche da parte degli esponenti dell’UDC che vede 3 suoi membri salire al Palazzo provinciale: Massimo Cariello, Pasquale Mauri e Marcello Ametrano.
Le urne hanno dunque decretato la fisionomia del nuovo Consiglio provinciale, con buona pace di chi vorrebbe che questo Ente cessasse definitivamente di esistere. L’abolizione completa delle Province presuppone una modifica della Costituzione che al momento è lungi dall’essere attuata.