E’ l’uomo del momento. In città non si parla che di lui: Luigi Petrone, da tutti conosciuto come padre Gigino, già Padre Guardiano del Convento di san Francesco di Cava de’ Tirreni. Ha stupito tutti con l’annuncio della sua candidatura sindaco per le elezioni amministrative che si terranno a settembre. Abbiamo incontrato Gigino presso la pasticceria “‘U Monaco” che ora gestisce a Nocera Superiore. Il motivo è semplice: approfondire le motivazioni di questa sua candidatura e conoscere il progetto di città che intende proporre ai cavesi.
Cominciamo con una domanda che si stanno ponendo tutti. Qual è il suo stato attuale? E’ ancora un frate francescano o no?
Ho scritto di mio pugno una lettere indirizzata al Ministro Provinciale nella quale comunico di lasciare sia l’Ordine dei Frati Minori che il sacerdozio. E’ una scelta forzata la mia, non avrei voluto. Mi sono ritagliato un momento di riflessione di circa due mesi durante il quale sono stato poco bene e mi è stato imposto di allontanarmi dalla comunità. Non ci sono margini di conciliazione. La mia idea di vivere il Vangelo è molto semplice: partire dall’uomo per arrivare a Dio e non viceversa. E’ la teologia francescana che dall’umano va verso il divino. Io provengo da un’esperienza di vita con frati quali padre Fedele, padre Agnello, padre Marco, padre Attilio, padre Serafino, che mi hanno dato insegnamenti di vita che non si possono dimenticare.
Per fugare il campo da tutti i dubbi ribadiamo: lei non è più sacerdote, giusto?
Ho deciso di lasciare l’abito talare e non lo riprenderò più. Non ho più celebrato Messa dal 10 giugno. Non ho rinunziato alla mia fede, questo voglio sottolinearlo, ma è un capitolo della mia vita che è terminato. Una scelta che mi è costata non poca sofferenza, io sono nato monaco, ce l’ho nel sangue, ma ho compreso che si può arrivare a Dio anche attraverso i fratelli ed io ora preferisco servire i fratelli.
Quindi adesso è laico?
Su suggerimento anche dei medici ho preferito ritirarmi. Continuo a servire l’uomo, ma da laico.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco di Cava de’ Tirreni?
E’ nato quasi per gioco. Tanti candidati, sia di destra che di sinistra, sono venuti da me a chiedermi il voto. Mi hanno detto: “La tua scelta è fondamentale. Sei una persona che in città ha un nome che conta”. Mi sono quindi detto: “Perché altri devono servirsi della mia persona e magari non saranno in grado di essere all’altezza del proprio compito?”. Mi è già capitato in passato di aiutare qualcuno e di pentirmene perché le scelte fatte in seguito andavano contro i miei principi. I ragazzi del laboratorio della pasticceria hanno cominciato bonariamente a prendermi in giro, mi incitavano a candidarmi a sindaco così avrebbero creato la torta per festeggiarmi. Dallo scherzo l’idea si è man mano trasformata in una sorta di sondaggio per testare l’opinione pubblica per poi prendere una forma concreta. La gente ha accolto con entusiasmo il progetto, vi dico solo che da stamattina ad ora ho ricevuto oltre seicento messaggi su WhatsApp. Mi chiamano emittenti televisive da tutte le parti della regione, sono diventato una sorta di fenomeno, ma la mia vita non è cambiata. Voglio stare tra la gente. Da me non debbono aspettarsi un luminare, un professore universitario, io sono un lavoratore, un manovale. Sono una persona che non ha paura di affrontare la vita. Del resto, dopo l’esperienza con la Chiesa di che posso avere paura?
La sua lista si chiama “La Fratellanza”. Una scelta non casuale, supponiamo…
Io non sono contro nessuno, la mia logica non è quella della divisione, ma dell’unione. Nel simbolo sono rappresentate due mani che non si toccano a casa dell’emergenza sanitaria del momento, ma che hanno desiderio di stringersi. Siamo tutti una ricchezza per la città, compresi i miei competitori, la diversità ci rende forti. Se andrò all’opposizione darò il mio contributo senza fare sterili polemiche, ma penserò al bene della città. Nel caso in cui i cavesi decidessero di eleggermi sindaco, anche se io preferisco la parola uomo del servizio, vorrò che tutti stiano al mio fianco. Ho bisogno dell’esperienza di Murolo, del sorriso e della semplicità di Servalli, dell’esuberanza di Bastolla, della capacità di Ferrigno come di quella di Benevento.
Qual è il suo programma per la città di Cava?
Del programma non ne parliamo ora, ma a tempo debito. Posso dire che è stato preparato nei minimi particolari. Quello che posso sin da ora garantire è che sarò presente ovunque. Non dimentichiamo che per vent’anni ho girato in lungo e in largo per le frazioni di Cava e ne conosco bene le problematiche. Bisogna cambiare il modo di intendere il Palazzo di Città e viverlo in piena umanità, aprirlo a tutti.
Perché i cavesi dovrebbero votarla?
Io non chiedo ai cavesi di votarmi, ma di fare le scelte che ritengono opportune. Porgo la mia persona al servizio della cittadinanza, chi vorrà mi sceglierà. Anzi, mi piacerebbe che prima delle elezioni tutti i candidati a sindaco si riuniscano e che si cenasse tutti insieme.
Ha già in mente i nomi degli eventuali assessori che faranno parte della sua Giunta in caso di vittori?
Nessun nome, altrimenti sarebbe già un compromesso. Se ci sarà un dopo, allora ne discuteremo tutti insieme. Sicuramente ho delle idee, però se i miei amici, o la stessa opposizione, non saranno d’accordo, non si farà. Non voglio discussioni. Sicuramente ci saranno diversità di idee, ma non dovrà mancare il rispetto dell’uomo.
Ci sembra di capire che lei sta dicendo che ha deciso di candidarsi a sindaco di Cava come gesto d’amore per la città. E’ così?
Io sono al servizio della città. Non ho desiderio di potere, né tanto meno di vendetta. A cosa serve vendicarsi? E’ meschino anche solo pensarlo. Ho avuto tante cattive azioni, tante denunce, ma non ho mai trattato male qualcuno, semmai ho cercato di ricucire. Un esempio? Dopo lo screzio con l’allora sindaco Luigi Gravagnuolo il rapporto è stato recuperato, volli togliere ogni discussione di mezzo. La vendetta non è per noi.
Uno dei problemi della macchina amministrativa è il rapporto coi dipendenti comunali e, soprattutto, con i dirigenti. Come pensa di muoversi e di gestire queste relazioni?
Condividerò sempre tutto con loro perché starò sempre al Comune. Seguirò tutto attentamente e scrupolosamente. Se vedrò storture non avrò peli sulla lingua e interverrò direttamente. Occorre una terapia d’urto per sradicare, se c’è, un eventuale tumore dal Palazzo di Città senza aver paura di niente e nessuno. Sempre, ovviamente, con il rispetto reciproco, ma senza fare alcun compromesso.
Qualcuno dice che lei ha avuto denunce per abusivismo edilizio. Al Comune dovrà peròagire nella legalità.
Grazie per la domanda, così facciamo un po’ di chiarezza. Voglio pubblicamente ringraziare Enzo Servalli, dal profondo del cuore, per aver fatto riaprire il parcheggio a Tolomei. L’apertura di quel parcheggio all’epoca mi costò un sacrificio non da poco, 400 mila euro e la rottura della spalla sinistra perché io stesso caricavo le pietre durante i lavori. Fu un lavoro abusivo che misi in atto durante l’Amministrazione Messina. L’Ospedale necessitava di un parcheggio per i lavoratori, i dipendenti e i parenti dei degenti. Per il bene comune non ebbi paura di nulla. Io dico questo: se l’abuso è fatto per il bene della collettività, Luigi Petrone tornerà a fare l’abuso. Non avrà paura di costruire un altro parcheggio. La soluzione per risolvere c’è sempre.
Insomma, si sta descrivendo come il sindaco della gente.
Io voglio stare tra la gente. Non ho casa. Ogni giorno mangerò a casa di una famiglia per stare con loro. E’ solo stando a contatto con la gente che si ha la reale percezione della vita quotidiana, dei problemi e degli affanni di ognuno. Il mio numero di telefono sarà a disposizione di tutti. Quando un cavese sarà in difficoltà mi dovrà chiamare perché io voglio essere il papà di tutti i giovani figli di Cava e il figlio degli anziani cavesi. Una società senza l’esperienza degli anziani è una società senza storia.
Qual è la sua posizione nei confronti del governatore Vincenzo De Luca?
Vincenzo De Luca è un politico che lavora. Se vado contro una persona che lavora, vado contro i miei stessi principi. Posso solo dire: “Continua ad andare avanti e che la Madonna ti accompagni!”.
Dopo l’ufficializzazione della sua candidatura alcuni cavesi hanno commentato dicendo che un conto è amministrare un convento, altro è amministrare una città. Insomma, non è come organizzare la sagra dello struzzo o della zeppola.
Cominciamo con il dire che oggigiorno, con gli impedimenti burocratici che ci sono, per organizzare una sagra occorrono gli attributi. Inoltre voglio ricordare che la sagra non era fine a se stessa, ma andava oltre e ritengo di essere stato in grado di amministrare tanti milioni di euro senza avere alcun contributo dallo Stato. Se adesso, in qualità di sindaco ricevessi dallo Stato un finanziamento di 1 milione di euro, sarei in grado di farlo raddoppiare con l’aiuto dei privati cittadini. Cava è la città di tutti e il sindaco è prima di tutto un amministratore di condominio, deve tenere tutto in ordine affinché il condominio via nella serenità. Ritornando al principio del discorso. Qualcuno ha parlato e criticato, ma io ho portato come risultato un’opera compiuta. Loro cosa hanno presentato? Di cosa stiamo parlando?
Farà una sola lista di candidati?
Per ora una, ma è possibile che nei prossimi giorni decida di farne un’altra. Sono tantissime le richieste che mi stanno giungendo. Io voglio, però, che davvero cambi qualcosa e che non si approfitti del mio nome e della circostanza.
Senza fare nomi, chi sono le persone che si candidano con lei?
Avvocati, architetti, ingegneri, geometri, operai, persone del mondo della movida e dello spettacolo, tutta gente che ha lottato e che vuole lavorare. Infine vorrei che si candidasse anche un “povero”, espressione della società degli ultimi. Io sarò il sindaco di tutti, senza distinzioni. Quello che mi preme sottolineare è che non farò assistenzialismo. I problemi si devono risolvere alla radice. L’ho sempre detto durante il mio servizio alla Chiesa e continuo a ribadirlo. La mensa dei poveri è l’ultima ratio, non è la soluzione dei problemi. I poveri saranno serviti e aiutati dal sindaco che si dovrà occupare anche della sofferenza e dei problemi dell’uomo.
Che ruolo avrà, se avrà un ruolo, il suo fraterno amico Luigi Cremone in questo progetto?
Il dottore Cremone, amo ripetere con grande affetto, è mio padre. Lui dice sempre di avere quattro figli. Lui è il mio braccio destro, starà sicuramente al mio fianco. Fino all’ultimo non voleva che mi candidassi, poi ieri sera (martedì per chi sta leggendo), piangendo, mi ha detto: “Figlio mio, vai avanti e non fermarti. Io sarò al tuo fianco”.
Perché ha cercato di dissuaderla?
Il dottore Cremone non voleva perché ritiene che io sia troppo buono di animo per questo mondo e le persone che ne fanno parte.
Qualcuno dice che tra le persone che la sostengono ci sia anchel’ex sindaco Marco Galdi. E’ vero?
Non è solo Marco Galdi a sostenermi. Anche tante altre persone di destra e non solo. Addirittura alcuni amici che stanno con Servalli, e sono molti, mi hanno detto di essere contenti della mia candidatura pur trovandosi ora, proprio per questo, in difficoltà. Marco Galdi mi aiuta nella parte giuridica e burocratica. E come lui tanti altri che non mi aspettavo che mi chiamassero.
Come dovremo chiamarla ora?
Nel cuore resto sempre Fra Gigino.