scritto da Pasquale Petrillo - 01 Settembre 2018 12:48

Cava: una signora affascinante, ambigua e misteriosa

foto Gabriele Durante

L’intervista sulla città metelliana rilasciata al nostro giornale dalla professoressa Maria Olmina D’Arienzo ci sembra essere una vera e propria lectio magistralis. C’è poco da commentare, per il semplice fatto che le sue risposte sono estremamente sintetiche e chiare, oltre che colme di contenuti e significati.

Non ci resta, quindi, che evidenziarne alcuni dei passaggi più significativi, come quello, ad esempio, in cui vengono individuati i limiti, i punti deboli della cavesità, ovvero «una certa patina di provincialismo, la mancanza di un’autentica coesione sociale, la tendenza dei cittadini alla polemica e alla critica non costruttiva, l’eccessiva cura del proprio “particulare”, a discapito della “res publica”». Più che una risposta, sembra una radiografia antropologica e socio-culturale di noi cavesi.

Ne consegue che per la D’Arienzo alla nostra città serve «una maggiore collaborazione, una cultura più vera, indirizzata nel senso della civiltà, una politica più incisiva e più autenticamente umana, più concreta e lungimirante». In altre parole, una terapia puntuale ed impegnativa.

E qual è la piaga della nostra città per Maria Olmina D’Arienzo? La risposta è secca e lapidaria: l’improvvisazione. Eh sì, anche in questo ha colpito nel segno. Sì, perché Cava, come ogni piccola realtà, si rivela spesso essere la città della fiction, dove sono in tanti a recitare e darsi un ruolo, dove si presume di essere o, se si preferisce, ci si improvvisa in tutto e per tutto. Il proscenio metelliano risulta così affollato da improbabili e spesso improponibili amministratori comunali, da politici da strapazzo e da avanspettacolo, ma anche da artisti inverosimili e a volte strampalati, da presunti attori che non hanno mai calcato una scena, e ancora da incredibili storici che non hanno mai frequentato un archivio, da scrittori e giornalisti che con la penna il più delle volte non hanno né la consuetudine né la dimestichezza, e via di questo passo. E che in comune hanno di sicuro l’improvvisazione denunciata dalla professoressa D’Arienzo, concorrendo numerosi e rumorosi a ingombrare maldestramente il campo a quanti, e ce ne sono, in città hanno competenze, titoli, esperienza e professionalità, per dare un contributo decisivo alla crescita della città.

E viene spontaneo quindi alla D’Arienzo consigliare agli amministratori comunali più giovani «di rispettare i ruoli, di prepararsi seriamente a “fare politica”, quella vera ed autentica… di capirne le motivazioni profonde e le necessità, di evitare l’utilitarismo personale e la supponenza, di imparare “osservando, concatenando e deducendo”, di convincersi che amministrare la cosa pubblica è un servizio e non un potere». E a chi vorrebbe candidarsi a governare la città, formula l’invito a «essere concreto, di costruire utilizzando e valorizzando tutte le risorse disponibili, al di là delle divergenze ideologiche (sempre che ci siano), evitando chiusure mentali, pregiudizi, autoreferenzialità». Insomma, una bellissima, anche nella sua semplicità, e intensa lezione di vita oltre che di politica (ammesso che ci siano delle differenze fra le due cose).

In ultimo, appare assai originale e seducente la definizione che dà della nostra città: «Cava è “donna”, nel senso semantico di domina = signora, con tutta la carica di fascino, mistero e, perché no, l’ambiguità e l’oscillazione pendolare che caratterizza l’essere femminile».

E’ l’affascinante affresco di una città femmina che, per noi cavesi, non può che essere amata, con tutti i suoi difetti, i suoi limiti. Amata e da amare, nonostante tutto.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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