Cava, una città in lutto: preghiamo per i nostri morti
La nostra è una città in lutto. Sei vittime causate da questo terribile virus Covid-19 sono troppe. Non c’è un cavese ormai che non abbia almeno una vittima tra i suoi parenti, gli amici, i conoscenti. E dopo la sesta vittima, un povero giovane, oltre allo sconforto e al dolore in città cresce la preoccupazione e la paura.
Tutto ciò dovrebbe suggerire a tutti noi la massima cautela e l’adesione totale e sincera alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie e politiche. E, di conseguenza, adottare le necessarie misure, come quella di restare il più possibilmente a casa e quando si esce di utilizzare i dispositivi di protezione individuale, come mascherine e guanti.
Nel complesso, i cittadini cavesi si stanno comportando con disciplina e consapevolezza rispetto ad una pandemia che semina morte e sofferenze. Vero è, però, che c’è troppa gente in giro, soprattutto in alcune ore del giorno. Da una parte, quindi, è bene appellarsi al senso di responsabilità di ciascuno. Allo stesso tempo, le forze di polizia devono nel limite possibile intensificare i controlli, usando però, come finora è stato fatto soprattutto nella nostra città, molto buon senso e tolleranza. Il motivo è più che comprensibile: l’insofferenza per questo stato di costrizione per qualcuno è prossimo al crollo psicologico.
Un fatto è certo, quando si esce in strada, come scrivevamo prima, bisogna proteggersi con guanti e mascherina. E’ la preoccupazione minima che dobbiamo avere. E’ il rispetto che dobbiamo avere per noi stessi e per gli altri.
Con tutti questi lutti in città, come dicevamo, è cresciuta l’inquietudine e con essa il rincorrersi di tante voci che alimentano lo stato di ansia dei cavesi. Tra queste dicerie, oltre a delle incredibili ed esecrabili fake news, che si diffondono di questi tempi prepotentemente sui social e con la messaggeria istantanea (WhatsApp innanzi tutto), ce ne sono due che meritano di essere smentite dalle autorità, in particolare dal nostro sindaco Servalli, il quale molto opportunamente tiene un appuntamento quotidiano con i cittadini cavesi attraverso un suo messaggio video.
La prima, è che si sono avuti troppi morti nella nostra città, anche perché passa troppo tempo prima che i contagiati siano ricoverati in ospedale. La seconda, è che forse queste strutture non siano particolarmente all’altezza nel fornire le cure dovute. Chi scrive non ha la competenza scientifica e l’autorevolezza per smentire questi che sono dubbi atroci oltre che ingenerose dicerie rispetto ad una classe medica in prima linea in una lotta senza quartiere contro il coronavirus, pagando il suo triste e pesante tributo di vittime. Per questo, mi auguro che il sindaco Servalli sgombri il campo da questi sospetti, dissolvendo qualsiasi ombra, ristabilendo così la verità, ma soprattutto rassicurando la cittadinanza sulla qualità e l’efficienza delle nostre strutture sanitarie rispetto ad un nemico subdolo, per molti versi ancora ignoto e purtroppo letale, perché non c’è un farmaco che lo neutralizzi.
Detto ciò, in molti evidenziano anche un altro aspetto, ovvero che il numero dei decessi nella nostra città sia in una media percentuale rispetto al numero dei contagiati accertati più elevata rispetto a quella nazionale. Se ciò è vero come sembra, forse potrebbe significare che i tamponi effettuati sono in numero troppo limitato. In altri termini, potrebbero esserci più persone infette ed asintomatiche di quanto accertate. Motivo in più per effettuare più tamponi, ma nella nostra regione se ne fanno poco.
Ad oggi, il dato è di ieri, in Campania ne sono stati effettuati 27.784 su una popolazione di circa 6 milioni di abitanti. Questo a fronte, escludendo le regioni del nord Italia, dei 60.985 della Toscana, che ha meno di 4 milioni di abitanti, dei 55.513 del Lazio, che ha lo stesso numero di abitanti della Campania, ma anche dei 27.438 della tanto bistrattata Sicilia, considerata alla stregua del terzo mondo e con una popolazione di 5 milioni, o, infine, i 24.493 della Puglia, che ha 4 milioni di abitanti.
Insomma, i numeri sono questi e non mentono. Il governatore De Luca, che ha mostrato tanta energia in quest’ultimo mese, farebbe bene a spenderne un po’ per intensificare l’effettuazione dei tamponi, magari prendendo ad esempio il governatore del Veneto Zaia, che ha deciso di effettuare tamponi a tappeto. E, di questo, il sindaco Servalli dovrebbe farsene interprete nei riguardi del suo compagno di partito De Luca.
Ad ogni modo, anche questo numero limitato di tamponi, è per noi un motivo in più per uscire il meno possibile di casa e per adottare tutte le altre misure di prevenzione.
Per il resto, preghiamo per i nostri morti.