Cava, sulle rampe della Tengana Italia Nostra chiarisce la sua posizione
“L’Associazione ambientalista Italia Nostra, ritiene doveroso replicare, al solo fine di escludere dubbi sul proprio operato ingenerati dall’articolo pubblicato sul sito Ulisse on-line il 22 novembre u.s., alle gravi accuse che l’ex amministratore del Comune di Cava de’ Tirreni, prof. Luigi Gravagnolo, ha inteso muovere con spregiudicatezza all’Associazione ambientalista Italia Nostra riguardo alla vicenda delle rampe con struttura ad archi inaugurate recentemente”.
Principia così la nota stampa inviata al nostro giornale dalla sezione cavese di Italia Nostra.
“In primo luogo -scrive Italia Nostra- si ritiene necessario sottolineare che nessun complotto è stato mai ordito ai danni dell’ex Sindaco da parte di questa Associazione, né al fine di provocare contrasti politici (poiché l’Associazione non ha mai svolto attività politiche ma solo attività volte al rispetto della legalità affiancando la Soprintendenza, per come consentito dal proprio statuto, nei vari giudizi che si sono susseguiti dopo la proposizione del primo giudizio proposto dinnanzi al Tar dal Comune di Cava de’ Tirreni nel 2008) e tanto meno al fine di screditare lo stesso agli occhi dei cittadini cavesi (non avendo mai proferito alcuna parola offensiva sulla sua persona e tanto meno avendolo mai citato nei vari comunicati stampa trasmessi agli organi di stampa)”.
Italia Nostra ripercorre poi l’intera vicenda giudiziaria che riguarda la realizzazione delle rampe, fino ad arrivare all’ultima sentenza dell’agosto dello scorso anno dove il Consiglio di Stato -si legge testualmente nella nota stampa- “ha commesso l’errore di avere condannato l’Associazione ambientalista Italia Nostra, in solido con la Soprintendenza, alla rifusione delle spese legali, nonostante il ricorso in appello (promosso dinnanzi al Consiglio di Stato) fosse stato promosso esclusivamente dalla Soprintendenza e non anche dall’Associazione ambientalista (che, nella specie, si era limitata solo a costituirsi nel giudizio di secondo grado a seguito della notificazione, da parte della Soprintendenza, dell’atto d’appello a tutte le parti, e quindi anche all’Associazione Italia Nostra, che avevano partecipato al giudizio dinnanzi al Tar).
“In ogni caso il Consiglio di Stato, (le cui sentenze si rispettano ma si possono anche non condividere) -ribadisce la nota degli ambientalisti metelliani- ha commesso anche l’ulteriore errore di avere annullato l’ultimo parere negativo reso dalla Soprintendenza nel 2014 (recante il n°6292) sulla compatibilità paesaggistica della nuova e diversa opera realizzata (pur se con le rampe in questione erano stati creati nuovi volumi utili e nuove superfici)…”
Insomma, le rampe ora sono utilizzate finalmente dai cavesi, ma le polemiche continuano anche se, di sicuro, interessano adesso solo chi le fa e non più la generalità dei cittadini metelliani.