Cava, servirebbe una “sollevazione” civica ma…
Nell’agile intervista, ma non per questo meno interessante e puntuale, rilasciata al nostro giornale dal dirigente regionale Antonello Barretta, pubblicata oggi, c’è un motivo conduttore di fondo che riteniamo porre in evidenza: la partecipazione.
E’ scontato che un esponente di un’associazione politico-culturale civica dia importanza e particolare rilevanza alla partecipazione dei civici alla vita amministrativa. E Barretta, in proposito, è molto chiaro: «Ritengo che l’ampia partecipazione possa costituire elemento di qualificazione civile di una società». Affidandosi agli elettori per la selezione del personale politico, essendo «sufficientemente intelligenti per esprimere al meglio le loro preferenze».
Il nostro, però, va oltre e spiega come il dialogo, la condivisione, la partecipazione, devono sempre accompagnare la vita amministrativa. Rifacendosi alla sua esperienza pregressa e decennale di segretario comunale, Barretta spiega che il «primo impatto con le difficoltà quotidiane, porta molto spesso il sindaco e gli assessori a “chiudersi”, immaginando di essere più rapidi nella risoluzione delle problematiche».
«La risposta -sostiene invece Barretta- deve essere esattamente l’opposta, aprirsi al contributo di tutti, in primis i consiglieri comunali, ma anche le associazioni, i comitati, secondo il principio di sussidiarietà verticale».
Sono parole sacrosante, anche in ragione di quel po’ di esperienza vissuta anche da chi scrive.
Per questa ragione, il nostro evidenzia la necessità da un lato di «un programma di governo chiaro ed attuabile» ma dall’altro «il pieno coinvolgimento di tutti».
Facile a dirsi, ma difficile da realizzare nella realtà. Tuttavia, è questa la strada maestra per dare alla città un’amministrazione comunale aperta, trasparente, dialogante, moderna.
Una strada in salita, però, nel constatare quanta poca partecipazione ma anche trasparenza ci sia soprattutto in quelli che, parliamo dei partiti, dovrebbero mettere in campo una proposta alternativa all’attuale amministrazione comunale. Basta vedere quanto le opposizioni, nella loro variegata composizione, siano inerti nell’azione politica e quasi sempre distanti dal comune sentire. Con simili premesse sarà assai difficile proporsi alla guida della città, ma se ciò avvenisse è inimmaginabile che una volta al governo municipale la partecipazione di cui parla Barretta risulterebbe un elemento significativo e qualificante della vita amministrativa. Anzi, tutt’altro. Avremmo molto probabilmente un palazzo sbarrato, lontano dalla gente.
Insomma, Barretta dice bene, ma con queste forze politiche che ci ritroviamo c’è assai poco da sperare. Forse ci vorrebbe una “sollevazione” politica del civismo. Per farla breve, una presa di coscienza forte e di rottura delle associazioni e dei movimenti civici presenti sul territorio metelliano.
L’impressione, però, è che anche il civismo metelliano vive in taluni aspetti i malanni dei partiti e alla fine sembra boccheggiare e risultare timido, incerto, disorientato, in buona sostanza incapace sul da farsi e nel prendere un’iniziativa coraggiosa e di rottura. Per dirla tutta, la politica cavese sembra essere uno sterminato pantano e molto probabilmente nel 2020 la nostra valle, e non solo per colpa dei partiti, perderà ancora una volta l’occasione di voltare pagina non solo nella proposta di un’idea di città, ma anche nelle modalità di gestione del governo municipale.