Cava, Marco Galdi dopo la condanna della Corte dei Conti: “Fiero della mia onestà”
“Della mia onestà e di quanto ho fatto per la mia città vado fiero e so, davanti alla mia coscienza, di poter camminare a testa alta.” Queste le parole dell’ex sindaco Marco Galdi al termine della conferenza stampa tenuta stamane a Palazzo di Città.
L’ex sindaco del Comune di Cava de’ Tirreni è nell’occhio del ciclone dopo la condanna della Corte dei Conti al risarcimento di 54.818,70 euro (oltre agli interessi e le spese di rivalutazione valutaria) al Comune metelliano quale conseguenza di un sostegno finanziario (sponsorizzazione) alla Cavese Calcio nel 2010.
All’epoca dei fatti la società calcistica era prossima al dissesto finanziario e il Consiglio comunale deliberò in data 21/06/2010 all’unanimità la destinazione di un contributo economico senza stipula di contratto scritto che disciplinasse la sponsorizzazione, e a fondo perduto, del valore complessivo di 150.000 euro.
Contro la sentenza Galdi ha proposto il ricorso in appello, sostenendo una mancanza di responsabilità per gli adempimenti rientranti nelle competenze dei dirigenti, ma la Corte dei Conti lo ha respinto ed ha confermato la sentenza di condanna di primo grado per l’ex sindaco e per alcuni ex ed attuali funzionari di Cava de’ Tirreni. Il Procuratore generale ha visto nel comportamento dell’allora Primo cittadino una condotta gravemente colposa, ritenendolo il vero deus ex machina dell’intera operazione finanziaria posta in essere.
Galdi nel corso della conferenza stampa ha ripercorso per grandi linee quella che è stata tutta la vicenda. Ha posto l’accento sul fatto che la S.S. Cavese Calcio 1919 contava un debito nei confronti dell’Amministrazione comunale di 133.976,42 euro e che quindi è stato effettivamente liquidato in favore della società sportiva un importo di 16.023,58 euro rispetto ad una complessiva sponsorizzazione pari a 150mila euro.
Riguardo all’art. 61 del D.L. 112/2008 che vieta a partire dal 2009 agli enti pubblici spese di sponsorizzazione se non nel limite del 30% della somma a tanto destinata nell’anno 2007, Marco Galdi ha evidenziato che il 15° comma aveva disposto che “le disposizioni non si applicano in via diretta alle regioni, alle province autonome, agli enti locali”, dunque non vi è lesione della norma.
A suo dire, sintetizzando il tutto, egli è stato ritenuto colpevole di aver ricercato un salvataggio disperato di una squadra ritenuta patrimonio di tutta la città, vista la valenza sociale e di promozione del territorio; colpevole di aver votato un ordine del giorno insieme a tutto il Consiglio comunale; colpevole di aver fatto spendere al Comune 16.000 euro e non 150.000 visti i debiti per 130.000 euro della Società oramai inesigibili; colpevole di aver promosso il Millennio dell’Abbazia su tutti campi di calcio con la sponsorizzazione; colpevole di non aver applicato una legge divenuta applicabile agli enti locali solo dall’anno successivo.
Questa è, secondo lui, la verità sostanziale dei fatti. Una verità lontana da quella giuridica, visti i duri passaggi della sentenza con cui i giudici lo hanno condannato. Tra le motivazioni della condanna si legge infatti che “ la Cavese Calcio militava in un campionato non particolarmente prestigioso e incapace di assicurare la promozione dell’immagine del comune e del marchio”, e ancora “dato che la società era sul baratro del dissesto, un sostegno finanziario di 150.000 euro si è configurata come un’arbitraria libertà che contrasta coi criteri di efficienza, efficacia ed economicità che deve avere una Pubblica Amministrazione”.
Un duro biasimo, quello che si evince dalla sentenza, per una condotta ritenuta gravemente colposa. La Corte dei Conti ha condannato l’ex Primo cittadino per violazioni sostanziali della norma che hanno leso di fatto i contribuenti.
Dal canto suo Marco Galdi ha ribadito che, se potesse tornare indietro, rifarebbe le stesse scelte.
Scindere in questo caso tra la verità di Galdi da lui definita sostanziale (ma da alcuni, invece, “artistica”) e quella processuale, pare alquanto azzardato e singolare da parte di una figura istituzionale e accademica come è l’ex sindaco .
Ad ogni modo, nessuno può assolutamente permettersi di porre in dubbio l’onestà del professore Galdi, qualche dubbio, però, di sicuro è più che legittimo sulla bontà delle sue scelte politiche e del suo operato amministrativo. (foto Gabriele Durante)