scritto da Redazione Ulisseonline - 24 Febbraio 2019 15:32

Cava, la Metellia diventa una e trina: domani in Consiglio la riorganizzazione aziendale

La Metellia da società “multiservizi” ad “holding mista”. Piatto forte i servizi cimiteriali: 1,2 milioni di euro di investimenti interamente a carico del futuro socio privato per realizzare un nuovo impianto da 4.000 cremazioni contro le 1.200 attuali

Era ora. Dopo oltre due anni finalmente arriva nel Consiglio comunale di Cava de’ Tirreni la proposta di attuazione del Piano Industriale di Metellia Servizi Srl unipersonale, in esecuzione appunto della delibera della Giunta comunale del 17 novembre 2016.

Cerchiamo di spiegare nel modo più sintetico e semplice possibile quello che viene compendiato in due parole: riorganizzazione aziendale. Vediamo di che si tratta.

Dopo uno studio molto puntuale, la Metellia propone al Comune metelliano un percorso di riorganizzazione aziendale  con la “separazione societaria” del ramo attinente alla gestione dei rifiuti (Ramo Igiene Ambientale) e del ramo attinente alla gestione del Ramo Servizi Cimiteriali rispetto a quello attinente alla gestione dei servizi di sosta a pagamento (Ramo Sosta).

La separazione societaria si dovrà realizzare mediante uno “scorporo” dei due rami a favore di società di nuova costituzione di cui una (indicate come “NewCo Igiene Ambientale“) totalmente partecipata da Metellia e l’altra (indicate come “NewCo Servizi Cimiteriali“) partecipata anche da un socio privato.

La NewCo Igiene Ambientale dovrà subentrare a Metellia nella gestione dei servizi di igiene ambientale sempre secondo il modello gestorio dell’in house.

La NewCo Servizi Cimiteriali, invece, diverrà affidataria di un nuovo contratto di servizio da parte del Comune secondo il modello gestorio della società mista pubblico-privato con socio operativo scelto con una gara.

Il Ramo Sosta, infine, continuerà ad essere gestito da Metellia con le stesse modalità e negli stessi termini dell’attuale gestione in house.

Le operazioni sopra previste comporteranno, quindi, la trasformazione di Metellia da società “multiservizi” ad “holding mista”.

La holding mista, quindi, continuerà a gestire i servizi a maggior connotazione “territoriale” come la gestione delle aree di sosta; diventerà socio unico della NewCo Igiene Ambientale; ma diventerà anche socio di minoranza della NewCo Servizi Cimiteriali.

Insomma, la Metellia diventa una e trina. In pratica, usando una terminologia da strada ma facile da capire, la casa madre, e cioè la Metellia, continuerà a fare quella per cui è nata originariamente, ovvero gestire i parcheggi, ma nello stesso tempo sarà la padrona della società che provvederà alla gestione del servizio rifiuti, in altri termini quello che a suo tempo faceva la Seta (che era però una società mista pubblico-privata), infine, darà vita ad un’altra società pubblica-privata, in cui sarà socio di minoranza, che gestirà i servizi cimiteriali attualmente in capo al Comune e quello legato al forno crematorio gestito ora da Metellia.

Chiaro? Ci auguriamo di sì.

Di sicuro la vicenda sarà più chiara se si parla dei vantaggi economici di questa rivoluzione.

Prima ancora però è legittimo chiedersi, ma perché c’è bisogno di questo scorporo, di questa moltiplicazione societaria che lascia intravedere posti di sottogoverno per soddisfare la fame di potere della politica?

Niente di tutto ciò, ma le ragioni sono per così dire kantiane, ovvero di natura strettamente pratica, ma anche di convenienza economica.

In primo luogo, la legge regionale sul riordino dei rifiuti (la n. 14 del 2016) consiglia di prevedere la costituzione di un’autonoma società totalmente pubblica e specifica per i rifiuti. E’ questo un requisito necessario per dare un futuro anche di crescita e di espansione territoriale alla Metellia nel settore ambientale, visto che la Regione ha dettato e detterà regole in tal senso.

Questo è il primo e fondamentale motivo. A ciò si aggiungono la necessità di azzerare i costi del servizio cimiteriale ora a carico del Comune e di investire, grazie ai quattrini dei privati, nel servizio di cremazione.

Insomma, passare da una organizzazione unica e complessa  che deve rispondere ad esigenze diverse, ad una più agile ed articolata rispetto ai servizi da gestire.

Vediamo, in particolare, quali sono le previsioni sulla società mista pubblica-privata che dovrà curare i servizi cimiteriali, che richiedono consistenti investimenti da parte del socio privato.

Si è partiti dalla necessità degli investimenti necessari per  la realizzazione di due nuove linee,
tali da garantire la continuità del servizio ed un incremento della capacità produttiva dell’impianto.
Si è ipotizzato un costo dell’investimento per la
realizzazione del forno pari a circa 1,2 milioni di euro
interamente a carico del Socio privato, in quanto è previsto che il rischio imprenditoriale sia a carico del privato.

Si è proceduto poi nell’analisi partendo dalla considerazione che l’evoluzione della domanda di cremazioni e dalla capacità produttiva del nuovo forno. Si ipotizza, in questa prospettiva, che il nuovo impianto avrà una capacità produttiva – intesa come numero di cremazioni massime per anno – pari a 4.000 cremazioni contro le circa. 1.200 dell’impianto esistente.
Secondo le previsioni effettuate lo scorso novembre, è stato previsto che l’impianto entrerà in funzione nel 2019 per un periodo di circa 6 mesi, andando poi a regime nel 2020.
Secondo l’analisi, se nel 2018 è previsto un introito del tempio crematorio pari a 626 mila euro, nel 2022 si dovrebbero avere ricavi per 1 milione 424 mila euro. Un bel salto, insomma.

Per quanto riguarda invece le lampade votive anche qui si prevede il totale rifacimento – adeguamento
ed efficientamento energetico – dell’impianto di pubblica illuminazione e di luce votiva della parte storica del Civico Cimitero di Cava de’ Tirreni.
Nel Piano si è ipotizzato un costo dell’investimento pari a 900.000 euro che verrà finanziato in parte dal privato mediante finanziamento infruttifero postergato di 600.000 euro e per la restante quota si è ipotizzato il ricorso al mercato finanziario.

Per quanto riguarda il servizio legato alle lampade votive c’è da evidenziare che nel 2018 hanno dato un introito di 146 mila euro, mentre si ipotizza, anche in presenza dell’adeguamento della tariffa dell’abbonamento annuo da 17,1 euro a 21 euro medi, gli introiti nel 2022 passeranno a 192 mila euro (ma nel frattempo sarà completamente rifatta tutta l’impiantistica)
In ultimo, è prevista la stipula di una convenzione fra la nuova società mista per i servizi cimiteriali e il Comune di Cava de’ Tirreni per i servizi afferenti la pratica funeraria ad oggi svolti dal personale comunale, ovvero tumulazioni, esumazioni, inumazioni, estumulazioni ordinarie per decorso ventennio e straordinarie, ecc..

Solo per quanto riguarda i servizi cimiteriali, il Comune metelliano dovrebbe trarre non pochi benefici. Innanzi tutto, beneficerà dell’efficientamento dei costi derivante dall’esternalizzazione dei servizi funerari, ma anche dell’incremento delle entrate dirette per il Comune legate agli aumenti del canone
concessorio (proporzionato quindi agli introiti dei servizi erogati dalla società) che, secondo le stime, dovrebbe passare dagli attuali 73 mila euro ai 231 mila euro del 2022.

Basterebbe già questo, quantunque l’esposizione sia molto approssimativa e parziale, per chiedersi: ma visti tutti questi vantaggi, perché il Comune ha perso quasi due anni per dare il via all’attuazione di questa proposta riorganizzativa?

Anche questa risposta appartiene ai misteri della politica. Cavese, ma non solo.

 

 

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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