Cava, il vescovo Soricelli bacchetta fra Gigino: “Dal pulpito solo la Parola di Dio”
Era ora. Finalmente dopo tanto colpevole silenzio, la Chiesa locale si sveglia dal sonno in cui era da tempo sprofondata per dire la sua sulla vicenda e le polemiche che vedono coinvolti fra Gigino e il sindaco di Cava de’Tirreni Enzo Servalli.
Come si ricorderà, l’ultimo episodio è stata la singolare solidarietà espressa ai parroci locali dal sindaco Servalli dopo che fra Gigino pare avrebbe usato espressioni poco affettuose anche nei loro confronti.
Forse, è stata questa la classica goccia, che ha fatto traboccare un vaso stracolmo di polemiche poco decorose per la città, in generale, e per gli ambienti ecclesiastici, in particolare.
Ad intervenire, ora, è in prima persona il Vescovo Mons. Soricelli, pastore e guida spirituale della diocesi, ma, gerarchicamente, anche nella sua qualità di capo della Chiesa locale
“Al mio rientro dall’esperienza con i Seminaristi ad Acerno, ho trovato una incresciosa situazione che si è venuta a creare dopo le esternazioni ed interviste rilasciate da fra Gigino e che hanno coinvolto il Sindaco ed il Clero”. Principia così il comunicato stampa diffuso ieri dalla Curia dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, per rendere noto all’opinione pubblica cittadina la posizione dell’Arcivescovo Monsignor Orazio Soricelli.
L’Arcivescovo fa sapere di aver “incontrato personalmente il Frate francescano” e aver colto l’occasione non solo per ascoltarlo, ma anche per ribadire alcuni punti, tra cui quello di sottolineare che “tra le istituzioni ecclesiali e quelle civili ci sono stati sempre rapporti di reciproco rispetto e collaborazione”.
Il Vescovo, però, è andato già duro con Fra Gigino: “Ho manifestato chiaramente il mio dissenso per certi interventi, espressioni ed atteggiamenti che non sono confacenti ad uomini di Chiesa”.
E ancora: “Ho evidenziato che non è corretto utilizzare il pulpito, luogo dell’annuncio della Parola di Dio, per affermazioni discutibili ed irriverenti verso persone o istituzioni”.
Insomma, anche se intervenuto con ritardo, l’Arcivescovo Soricelli è stato diretto e puntuale, ma anche chiaro e deciso.
Tant’è che la nota della Curia prosegue facendo sapere che “Fra Gigino chiede scusa per le parole adoperate e domanda comprensione e considerazione” e che quanto prima ci sarà “un incontro di chiarimento, tra il Sindaco ed il Religioso, per riprendere un cammino di concordia, di rispetto e di costruttiva collaborazione, in vista del bene comune”.
L’ultima, doverosa stoccata, l’Arcivescovo la riserva alla cattiva abitudine dei fuochi artificiali, tanto cari a fra Gigino, ma non solo a lui, e, a quanto sembra, il pomo della discordia con il Sindaco.
“Gli spettacoli pirotecnici -spiega Monsignor Soricelli- se rendono più bella la festa, tuttavia, devono essere contenuti, sobri, ragionevoli, tali da non recare fastidio alle persone ed offendere i poveri”.
In altre parole, l’Arcivescovo sembra dire che è sempre meglio non farli, tant’è che continua invitando “tutti a tener presente che le feste religiose, istituite per celebrare i grandi avvenimenti della Storia della Salvezza, nonché le meraviglie operate dal Signore nei Santi e per promuovere, incrementare e manifestare la fede, non si riducano a manifestazioni culturali, folcloristiche e gastronomiche, disancorate da un’autentica adesione alla fede”.
Sante parole, quelle dell’Arcivescovo. Forse andrebbero ripetute più spesso, ma più ancora messe in pratica.
Forse, però, ora che si è davvero passato il segno, per la Chiesa locale di Monsignor Soricelli inizia una nuova stagione. Stiamo a vedere se sarà davvero così. (foto Angelo Tortorella)
Sono ormai un ex cavese perché’ vivo da tantissimi anni a Brescia, la mia adolescenza e formazione e’ nata e cresciuta presso il Convento di San Francesco, un tempo povero ma ricco di fede, rispetto, ammirazione verso frati sempre disponibili…..Da anni mi chiedo qual’e’ il mistero, la ricetta, la fede, lo spirito corporativistico,che ha portato i cittadini cavesi, e non solo, ad avere fiducia, benessere, volontariato, disponibilita’ economica nei confronti di fra Gigino, amatissimo, ma per me che lo vivo da fuori anche tanto contestato e se posso permettermi “solitario condottiero”. Neppure i messaggi di Papa Francesco sembrano sortire alcun effetto rispetto, ormai, a una macchina “miracolosa del Convento/Santuario Francescano” circa la sobrietà’, la riscoperta della semplicità’, dell’umiltà, ecc. . Sono sicuro che bisogna attendere fiduciosi per comprendere poi “questo miracolo” di un Frate che probabilmente potrebbe anche essere acclamato “Santo Subito”!!!!!