scritto da Pasquale Petrillo - 06 Maggio 2021 12:20

Cava, il futuro della città è nelle nostre mani e nei nostri cuori

foto Gabriele Durante

L’intervista a Flora Calvanese, pubblicata oggi dal nostro giornale, è tutta da leggere. Gli spunti di riflessione non mancano, anzi, sono pure troppi. E risulta apprezzabile tanto l’invidiabile lucidità di analisi quanto il significativo equilibrio nelle valutazioni di fatti e persone.

Ciò, tuttavia, non impedisce a Flora Calvanese di esprimere compiutamente le sue opinioni né tanto meno di formulare delle considerazioni che a tanti di sicuro non piaceranno.

E’ il caso, ad esempio, di quando evidenzia come, in questa ultima vicenda delle vaccinazioni nella nostra città, al sindaco Servalli venga contestata “la sostanziale acquiescenza difronte a scelte sbagliate che hanno penalizzato e continuano a penalizzare Cava”.

Così come quando rileva che questa Amministrazione comunale vive “una sostanziale stagnazione”, dove è “tutto fermo o rallentato”. E ricorda le opere pubbliche al palo: dal “palazzetto sbandierato nella prima campagna elettorale,  il parcheggio interrato del trincerone, il boulevard fermo nonostante la gara espletata da tempo” ai lavori in corso da anni a Villa Rende, ma anche della Mediateca chiusa “senza che si intraveda una soluzione” e della sala teatrale di 100 posti nel cortile ex Eca, anch’essa chiusa.

Flora però va giù duro anche quando qualifica come “elemento pericoloso” il fatto che “chi governa cerca di escludere e intimidire chi si oppone… il tentativo è di isolare e colpire i protestatari facendo passare per “scostumati, portaseccia, strumentali””.

E’ questa un’accusa grave ma terribilmente veritiera che non fa onore a chi ci governa, ma che soprattutto svela, a mio sommesso parere, il possesso innanzi tutto di scarsissimi e poco sinceri valori democratici e più ancora la paura di perdere la posizione di potere, molto volgarmente la poltrona. Timori che annebbiano la mente tanto da provocare, soprattutto sui social, isterismi ingiustificati ed incontenibile aggressività verbale, nell’intento alquanto maldestro di screditare e isolare gli avversari, intimidire e zittire i dissenzienti, finanche istigare alla derisione se non addirittura all’odio nei riguardi degli avversari politici.

Detto ciò, una delle parti che più ci interessa è quella che riguarda il futuro della nostra città.

Flora Calvanese parte da una consapevolezza, ovvero che noi cavesi dobbiamo fare i conti con la realtà attuale della nostra città. In altre parole, non possiamo vivere più nella nostalgia del “come eravamo” e nel rimpianto della splendida città che fu Cava fino a qualche decennio fa. Insomma, finiamola di guardare indietro, al contrario, cerchiamo di apprezzare quello che di buono tuttora vanta la nostra città per costruire il suo, il nostro futuro.

“Cava de’ Tirreni è ancora una città bella, vivibile, con un paesaggio verde, nonostante l’abusivismo, con monumenti importanti, con attività produttive di qualità”, afferma convinta Flora Calvanese. E ha perfettamente ragione.

Il suo è quindi un invito a guardare avanti, a ragionare in termini di prospettiva. Nella convinzione che la nostra città ha ancora grandi risorse e potenzialità tali da fare la differenza rispetto agli altri centri viciniori, ma anche per aggiornare la sua identità, ritagliarsi un ruolo significativo e guadagnarsi un futuro importante.

Certo, occorre una classe politica cittadina che sappia guardare al futuro, che sia lungimirante. Ed è quello che oggi manca o che comunque non abbonda. Una lungimiranza che va coniugata, come giustamente rileva Flora Calvanese, con “la capacità di decidere, di scegliere. Perché di non scelte stiamo morendo”.

E’ su questi aspetti e con queste consapevolezze che la classe dirigente, nel suo insieme, si deve confrontare per dare una prospettiva di crescita e sviluppo alla nostra città. Il futuro della città, insomma, è nelle nostre mani, E anche nei nostri cuori. Sì, perché a questo contributo di impegno politico e civile non devono sottrarsi in tutto o in parte le forze migliori della società metelliana. A prescindere, ovviamente, dalle diversità di opinione, di cultura e di provenienza politica. Anzi, mai come in questo caso, la diversità è una ricchezza straordinaria ed irrinunciabile.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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