scritto da Pasquale Petrillo - 29 Settembre 2018 12:58

Cava e la sua potenzialità inespressa

foto Gabriele Durante

L’intervista sulla città, che oggi pubblica il nostro giornale, ha una precisa particolarità: è stata rilasciata da una non cavese, che però da anni lavora nella nostra città. Stiamo parlando della professoressa Franca Masi, potentina di nascita e salernitana di adozione, da alcuni anni dirigente scolastica molto attiva e apprezzata dell’Istituto Scolastico Superiore “Della Corte – Vanvitelli”. insomma, giusto per capirci, quello che una volta sbrigativamente chiamavamo Ragioneria e  Geometra.

Il suo è un ruolo apicale in un settore molto delicato come quello della scuola, che le ha consentito non solo di conoscere in profondità la nostra realtà cittadina, ma, in ragione della sua intelligenza e vivacità culturale, anche di apprezzarne le qualità e di valutarne i limiti.

Questo per dire che le sue risposte sono interessanti e stimolanti per più di una riflessione.

Bene, partiamo allora da una considerazione della Masi, che fotografa una situazione che non riguarda ovviamente solo Cava, ma che è di particolare rilevanza per la nostra città: “credo che per la crescita di qualunque comunità civica ci sia bisogno di cultura, che mi appare quale unico antidoto adatto a curare quella diffusa carenza di educazione e senso civico che affligge, in modo più o meno marcato, le città del nostro territorio e ne compromette uno sviluppo pieno ed armonico”.

Evidenziamo questo passaggio, il bisogno di cultura come antidoto all’inciviltà e strumento di crescita, per ricordarlo prima a noi stessi e poi alla nostra Amministrazione comunale e, più in generale, alla classe politica cittadina che sul tema, quando va bene, balbetta vistosamente. Forse postare in bilancio, trasferire cioè da altri capitoli un po’ di quattrini per finanziare la cultura diffusa nella nostra città, ma anche per finanziare iniziative di spessore e qualità, sarebbe a dir poco auspicabile. In più di un’occasione, e lo ribadiamo, abbiamo evidenziato che Cava ha un tale patrimonio architettonico, il quale, se ben combinato con una politica culturale adeguata, può determinare uno sviluppo socio-economico strepitoso.

Tanto per capirci, il complesso monumentale di San Giovanni, da poco restituito ai cavesi, potrebbe, in tale ottica, essere il volano di questa politica culturale e dare così una spinta decisiva alla crescita economica e produttiva della nostra realtà. L’impressione, purtroppo, è che anche in questo caso si stia perdendo un’occasione che doveva, al contrario, essere imperdibile. Insomma, San Giovanni, anche per la sua collocazione, non può essere ridotto a contenitori di eventi, per quanto apprezzabili, di produzione casereccia o altri di modesto livello al di là della loro provenienza.

Questo per dire che per riempire il calendario degli appuntamenti vanno bene anche manifestazioni locali o comunque altre di livello più modesto, ma due o tre eventi annuali devono per forza di cose avere una rilevanza quantomeno regionale, se non nazionale. Certo, per fare ciò occorre investire un po’ di denaro pubblico e guardare, anche politicamente, un po’ più in là del proprio naso… In altri termini, è una questione di scelte, ma finora sul tema la sordità culturale e la miopia politica sembrano assai diffuse e non solo tra gli attuali amministratori, ma anche fra quelli che sembrano interessati a prenderne il posto.

Nelle risposte di Franca Masi sono presenti molte altre sollecitazioni. Tuttavia, per ragioni di spazio e sempre per non tediare i nostri lettori, ci soffermiamo sull’ultima risposta, quando associa la nostra città ad un sostantivo: potenzialità.

Sì, perché per noi cavesi, quando una salernitana che ama e lavora benissimo a  Cava, afferma “che questa città ha quanto occorre per fare di più: ha storia, ha bellezza ed ha talenti, si tratta ora di saperli mettere convenientemente a frutto” è di sicuro un riconoscimento e un complimento di cui dobbiamo a ragione compiacerci, ma anche una frustrata bene assestata alla nostra presunzione, alla nostra indolenza, alla nostra litigiosità.

Non c’è molto da aggiungere se non di prendere coscienza, come singoli cittadini e come classe politica, di questa nostra potenzialità inespressa.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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