Cava de’ Tirreni… la bella addormentata
Questi ultimi anni, del resto, sono la prova più evidente di questo stato di cose. I cavesi hanno subito da un lato l'assoluta imperizia

Nell’intervista all’avvocato Daniela Bifolco, pubblicata poco fa dal nostro giornale, emerge con molta linearità e nettezza il vero limite della nostra città. Altro non è che l’indifferenza, la scarsa reattività dei cavesi. Da qui l’impressione che la nostra città sia vittima di un maleficio. Un città stregata, immobile, passiva. Una bella addormentata.
Indubbiamente, l’assenza o quantomeno il difetto di coesione socio-culturale della comunità metelliana, è l’elemento forse più determinato e significativo dell’impasse che vive la nostra città. Un difetto che si riflette con effetti negativi nella vita politica cittadina.
Questi ultimi anni, del resto, sono la prova più evidente di questo stato di cose. I cavesi hanno subito da un lato l’assoluta imperizia degli attuali amministratori, dall’altro subito delle vere e proprie vessazioni, imposte dagli stessi amministratori, nel tentativo disperato di colmare i buchi di bilancio.
Eppure tutto ciò è avvenuto senza colpo ferire. La città è rimasta sostanzialmente muta e inerte. Sì, ci sono state alcune manifestazioni di protesta, appena accennate e scarsamente riuscite. Non sono mancati e non mancano mugugni e invettive sui social. Oltre a ciò il nulla. La società metelliana, per farla breve, è stata finora incapace di produrre politicamente qualcosa per contrastare questo trend così negativo.
Certo, Servalli e i suoi sono un disastro conclamato e continuano a fare danni. E ne faranno altri ancora finché resteranno a Palazzo di Città. E’ vero anche che l’opposizione, con i suoi tanti, troppi limiti, ha cercato di fare del suo meglio, ma non è riuscita ad agganciare l’opinione pubblica e le proteste sparse che ci sono state. Peggio ancora non si intravede all’orizzonte una proposta politica alternativa quantomeno decente. E, in cauda venenum, la società civile metelliana è del tutto assente. Ognuno pensa a sé. I cavesi sembrano del tutto divorati da un egoismo sociale che di fatto li estranea dal tessuto politico e civile. Da qui, l’assenza di prospettive politiche, così come la carenza di classe dirigente. Da qui, la sensazione di una città stregata, di cui parla l’avvocato Bifolco.
E’ questo, purtroppo, diventato un triste refrain. E’ da tempo che segnaliamo e scriviamo tutto ciò.
Norberto Bobbio, non molto tempo fa, ci avvertiva che “tra chi sta dentro il palazzo e chi sta fuori c’è una corrispondenza”.
Indiscutibilmente vero. Questo per dire che se oggi abbiamo un simile governo cittadino, lo dobbiamo alle nostre scelte. Inutile lamentarsi, quindi. Facciamocene una ragione, noi cavesi. E soprattutto comportiamoci di conseguenza, non fosse altro per evitare di cadere dalla padella alla brace. Eventualità, quest’ultima, molto più concreta di quanto si possa immaginare.
Intelligenti pauca.
24.12.2022 – By Nino Maiorino – Il problema, a mio avviso, è solo uno: l’alternativa. Personalmente tra i partiti di centro destra non ne vedo. Potrà essere Gigino Petrone? Me lo auguro, ma l’ex Fra Gigino deve costruire intorno a se un gruppo forte che lo sostenga, e dovrà anche influire sul suo carattere per evitare ulteriori problemi. Infine: i cavesi debbono essere più concludenti e parttecipativi, non fare solo chiacchiere sotto i portici, e poi chi si è visto si è visto.