Cava de’ Tirreni, il sindaco Servalli: un insuperabile maestro nell’arte dell’immobilismo dinamico
Cava de' Tirreni, il sindaco Servalli: un insuperabile maestro nell'arte dell'immobilismo dinamico
La politica cittadina da qualche settimana è piombata in un preoccupante stato di torpore. Non si muove una foglia, o quasi. Eppure ci sarebbe tanta legna da mettere ad ardere.
Certo è, bisogna riconoscerlo, che il sindaco Servalli ha una straordinaria capacità. Quella di indurre alla sonnolenza. Politica, s’intende. Altro che melatonina o valeriana, Servalli per la città nel suo complesso e per la vita politica in particolare ha l’effetto del più potente dei sonniferi.
Ricordate cosa si leggeva sui giornali o si ascoltava dai politici della maggioranza fino a qualche mese fa? Appena saranno approvati piano di riequilibrio e bilancio preventivo, occorrerà cambiare passo. Cambio di assessori e di deleghe in giunta, spostamento di dirigenti… quasi una rivoluzione a Palazzo di Città. Il Pd, che è l’azionista di maggioranza, lo dava per scontato. Come qualcosa di ineludibile e categorico. E lo stesso era per Azione e Italia Viva.
E invece? Nulla. Anzi no, la montagna ha partorito il topolino: lo spostamento di settore e la nomina a comandante dei vigili urbani di Stefano Cicalese.
Per il resto regna l’assoluto silenzio. Bah, forse sarà contento il Pd di Massimiliano De Rosa. E Barbuti che minacciava sfracelli che non ci sono stati? Sarà forse soddisfatto pure lui. Così il giovane De Filippis che auspicava cambiamenti, i quali, molto probabilmente, sono stati rinviati alle calende greche.
Così tutto procede come prima e peggio di prima. Nel solito tran tran grigio e asfittico. E la città si bea il suo soporifero e rovinoso declino.
Servalli, inutile negarlo, è un fortunato. E’ nato con la camicia. Bisogna però dargli atto che è bravissimo nell’anestetizzare le questioni, con un virtuoso ping pong fatto di rassicurazioni e rinvii. Mai un no, sempre un sì, cui segue il nulla, l’inazione.
Riconosciamolo, per onestà intellettuale, Servalli è indubbiamente un insuperabile maestro nell’arte dell’immobilismo dinamico.
Da qui, mi sia consentito, la mia solidarietà, si fa per dire, a De Rosa, Barbuti, De Filippis e a quanti vorrebbero che qualcosa cambiasse nell’Amministrazione comunale. Servalli ha l’abilità di farli girare a vuoto e, alla fine, gli battono pure le mani. Almeno in pubblico…
E l’opposizione? Fa del suo meglio. Nella sostanza, però, spesso dormicchia. Ogni tanto si sveglia e si stiracchia un po’ rivendicando il suo ruolo firmando la presenza. Ma non riesce ad incidere. E’ poco incisiva. Spesso distratta. Di sicuro non ha le qualità per essere politicamente feroce come invece dovrebbe. Nel suo insieme, questo è il suo vero limite, è priva di un progetto alternativo. Va a tentoni. E’ soprattutto scollegata con la città, con la sua opinione pubblica.
Sia chiaro, non è facile per nulla, in un simile scenario, fare opposizione, anche perché il sindaco Servalli distribuisce dosi massicce di sonnifero politico a trecento sessanta gradi. Opposizione compresa. Nello stesso tempo, all’opposizione va dato atto che almeno non è consociativa, se non addirittura politicamente compromessa e complice della maggioranza, come in parte avveniva nella passata consiliatura.
Tuttavia, l’opposizione deve fare di più, molto di più. Deve lavorare per essere unita. Per collegarsi all’opinione pubblica cittadina. E per instaurare contatti e avere sinergie con le varie formazioni sociali che operano sul territorio. Infine, per elaborare un progetto di città il più possibilmente condiviso e realisticamente realizzabile.
Fa bene, quindi, il movimento civico Siamo Cavesi a incontrarsi con i cittadini partendo dalla frazioni. E’ un primo importante passo per stabilire un confronto politico con la gente. Guardandola in faccia, facendo proprio le varie lamentazioni, ma anche prendendosi eventuali critiche. E ce ne saranno, com’è giusto che sia.
L’auspicio è che tutta l’opposizione, nelle sue varie componenti, si muova in questa direzione. E che in tempi brevi anche sul territorio agisca unita per condividere in prospettiva un programma politico-amministrativo redatto con i cittadini e per la città.
Se così sarà, anche la maggioranza di centrosinistra dovrà darsi un mossa ed uscire dal sonno imposto dall’abilità sedativa del sindaco Servalli.
E forse anche la stessa città riuscirà a venir fuori dallo svogliato torpore di oggi.