Cava de’ Tirreni, i conti in rosso del Comune e il silenzio assordante della città
E' questo il dato politico più significativo che emerge dalla giornata di ieri. Sì, è vero, il rendiconto è un documento molto tecnico, ma ha
Il Consiglio comunale di Cava de’ Tirreni ha approvato ieri il rendiconto di gestione 2022 nella pressoché totale indifferenza della città.
E’ questo il dato politico più significativo che emerge dalla giornata di ieri. Sì, è vero, il rendiconto è un documento molto tecnico, ma ha anche un grande valore politico e strategico. Sta di fatto che, mai come adesso, il rendiconto, così come gli altri documenti contabili approvati dal Consiglio, riguardano il portafoglio dei contribuenti cavesi. A maggior ragione ora che, da due anni, il Comune metelliano presenta dei conti spaventosamente in rosso.
Eppure, nonostante ciò, l’opinione pubblica cittadina è del tutto assente. Anzi, il suo è un silenzio assordante. Sarà colpa dell’opposizione, incapace di coinvolgerla. Forse sarà colpa anche del mondo dell’informazione, poco mordace nei riguardi del potere, preferendo l’ossequio e la compiacenza. Molto probabilmente sarà anche colpa di una classe dirigente cittadina, quella dei professionisti e di chi fa opinione: rifugge dal ruolo che le compete privilegiando la cura del proprio orticello. Forse sarà colpa di una società civile che non esprime, tranne poche eccezioni, niente di politicamente valido in termini di opinioni e proposte.
Altro dato politico è che la maggioranza che sostiene Servalli non è più tale. Nel senso che non ha più i numeri per risultare una maggioranza. A fare la differenza è stato il voto determinante dello stesso sindaco Servalli, aiutato dall’assenza strategicamente provvidenziale di due consiglieri, un tempo in maggioranza e ora nel limbo dell’opportunismo politico: Danilo Leo e Filomena Avagliano.
Mai come adesso gli assenti hanno torto.
Chi ha votato a favore del rendiconto si è assunto delle responsabilità pesanti. Possiamo definirli come vogliamo, ma non li si può tacciare di codardia. Sono dei coraggiosi, dei temerari, dei folli, degli sprovveduti o come altro vogliamo etichettarli. Tuttavia, si sono assunti le loro responsabilità.
Chi ha votato contro, soprattutto chi fino a non molto tempo fa era in maggioranza come Eugenio Canora e Gaetano Gambardella, lo ha fatto in coerenza con le proprie convinzioni. E nel dibattito consiliare, i contrari hanno saputo dare, chi più chi meno, delle motivazioni valide con argomentazioni più che accettabili.
Gli assenti, no, hanno tradito la fiducia data loro dal popolo con il voto. Si sono sottratti a qualsiasi responsabilità. Sono come quei disertori che scappano dando le spalle al nemico. Nel loro caso, hanno dato le spalle ai cittadini cavesi. L’auspicio è che Leo e Avagliano abbiano avuto motivi più che validi per non partecipare al Consiglio comunale. Mi auguro per loro che sia così, diversamente saranno bollati a vita per pusillanimità.
Per il resto che dire? Beh, riesce difficile credere che i Revisori dei Conti del nostro Comune siano ostili e/o incompetenti come sembra emergere da qualche intervento consiliare. Stiamo parlando di tecnici e il presidente del Collegio dei Revisori è stato scelto da questa stessa maggioranza. Insomma, siamo quantomeno in presenza di un corto circuito politico-istituzionale.
In ultimo, c’è da evidenziare che il percorso di questa maggioranza-non maggioranza del sindaco Servalli è pieno di ostacoli. L’ultimo in ordine di tempo è la richiesta di chiarimenti della Corte dei Conti sul piano pluriennale di riequilibrio finanziario. Non sarà facile rispondere in modo esauriente a cinquanta pagine di chiarimenti.
Vedremo.
Che Dio salvi Cava!