Cava, cosa possiamo fare per la nostra città?
Non è un imbonitore, ma ha comunque la capacità di tranquillizzare. Stiamo parlando del sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, che nell’intervista che pubblichiamo oggi rassicura, con i suoi toni pacati, i cittadini metelliani non solo in tema di sicurezza, ma anche sul buon andamento della vita politico-amministrativa in città. Non siamo in un’isola felice, sembra dire il primo cittadino, ma non siamo messi male, tutt’altro. C’è da lavorare, ma ci stiamo impegnando su più fronti, anzi, su tutti i fronti, per risolvere problemi ed elevare la qualità della vita nella nostra città.
E’ indubbio che sia così. Le perplessità risiedono nel fatto che forse si potrebbe fare di più e meglio, con maggiore incisività e determinazione, ma questi discorsi lasciano il tempo che trovano per una serie di motivi. Innanzi tutto, perché non si vede, ad oggi, chi potrebbe fare meglio. Anzi, c’è il sospetto che si potrebbe fare pure assai peggio. Il secondo motivo è che veniamo da diversi anni di governo della città confuso e raffazzonato. Anni precedenti a quelli guidati dall’attuale Sindaco. In ultimo, c’è da osservare che è la città nel suo insieme a perdere colpi. Diminuisce sempre più il senso civico. Come cavesi ci uniformiamo sempre più a modalità comportamentali tipiche di quella plebaglia che i nostri padri aborrivano. E che ci indicavano come modelli di inciviltà da non imitare rigorosamente, in quanto del tutto opposti a quella cavesità di cui andavano fieri e di cui spesso a torto noi oggi ci riempiamo la bocca. E non possiamo lamentarci solo della fiacchezza dei nostri amministratori comunali se la nostra città non sembra più avere i suoi standard qualitativi e distintivi di un tempo ed oggi risulta essere spesso troppo rumorosa, chiassosa, disordinata, sporca. Dobbiamo prendercela innanzi tutto con noi stessi e fare il nostro bell’esame di coscienza come cittadini e come cavesi.
Certo, poi si aggiunge anche la delinquenza che viene da fuori, dall’estero e dal napoletano, e il quadro, anzi, la frittata è fatta.
Ed è inutile anche, in questo scenario, prendersela con la politica e con chi fa politica, non importa in quale partito o schieramento. Fanno quello che possono. A volte anche bene, spesso male. Ma almeno hanno il coraggio o l’interesse nell’occuparsi della cosa pubblica. E gli altri dove stanno? La stragrande maggioranza di quella che è la classe dirigente della città, dagli imprenditori ai professionisti, dove sta? Cosa fa per la cosa pubblica? Sono in pochi a metterci la faccia, in molti, invece, a stare alla finestra a criticare e a fare i professori sulle pubbliche virtù. Degli altri ovviamente.
Assolviamo, quindi, il sindaco Servalli e la sua Amministrazione? Non tocca a noi, ci penseranno gli elettori tra due anni. Di certo, questa nostra città ha tante cose da raddrizzare e l’attuale Amministrazione comunale non brilla particolarmente, anzi, il grigio, l’indefinito, sembra essere la sua cifra. Ma vediamo gli altri, ovvero le altre forze politiche (comprese quelle che oggi in molti associano ai barbari), cosa saranno capaci di mettere in campo. E vediamo anche cosa siamo capaci di dare ciascuno di noi alla nostra comunità. In conclusione, parafrasando J.F. Kennedy, non chiediamo agli altri di fare qualcosa per Cava, ma chiediamo a noi stessi cosa possiamo fare per la nostra città.