Cava, a colloquio con Daniele Angrisani: “Centrodestra cavese alle primarie o all’inferno”
L’avvocato metelliano Angrisani pronto a candidarsi a Sindaco
Figlio d’arte, il papà, Andrea, è stato sindaco negli anni settanta della città metelliana, avvocato, un trascorso politico in Forza Italia, Daniele Angrisani resta un attento osservatore della politica cittadina cavese ed è, anche per vissuto politico, un profondo conoscitore del centrodestra, delle sue debolezze, dei suoi punti di forza, delle dinamiche interne ai partiti e tra i partiti della coalizione.
Per questo gli chiediamo un parere sull’impasse politica senza precedenti del centrodestra in questi ultimi anni e in particolare in questi ultimi mesi.
“L’incapacità del centrodestra cavese di convergere sul nome unico di un candidato sindaco per le prossime elezioni comunali testimonia ancora una volta i limiti degli attuali partiti che lo compongono, incapaci di liberarsi da certe logiche “di parte” e di elaborare un progetto comune di rinascita della città, pur in un momento complessivamente favorevole per la eventuale vittoria finale”.
Questo porta a cosa secondo lei?
“Si comprende, innanzitutto, il perché proliferano e prolifereranno anche stavolta movimenti e liste civiche di cittadini stufi di rimanere ingabbiati nella vecchia politica partitica. In questa ottica persino un azzardo politico, qual è stata la candidatura dell’avv. Murolo, appare come la panacea di tutte le guerre intestine sorte per la scelta di un candidato alternativo”.
Può piacere o meno, ma quella dell’avvocato Marcello Murolo è l’unica vera candidatura, poi c’è il vuoto nel centrodestra.
“La candidatura di Murolo, sia chiaro, prestigiosa per la signorilità e la professionalità del candidato, rischia di diventare la Waterloo del centrodestra cavese.
Non mi pare che la Lega abbia ufficializzato l’appoggio a Murolo. E mi dicono che all’interno della stessa, a livello provinciale e non solo, vi sia una spaccatura che non prelude a niente di buono. E se alla candidatura di Murolo tutti gli altri partiti si adeguano ob torto collo, con poco entusiasmo, ci sono i presupposti per la debacle finale”.
Insomma, lei teme che Murolo diventi l’agnello sacrificale di un centrodestra inesistente e per certi versi politicamente incapace di offrire una proposta credibile all’elettorato metelliano?
“Non basteranno il sostanziale immobilismo dell’attuale Amministrazione e l’assenza di una idea precisa del cosa Cava de’ Tirreni debba essere, gli scandali giudiziari, la Cavese che gioca fuori casa, l’Ospedale che non c’è più e via dicendo, a far vincere le elezioni all’Armata Brancaleone del centrodestra”.
Questa è una convinzione diffusa tra gli addetti ai lavori, ma a suo avviso quale potrebbe essere la soluzione per il centrodestra?
“Non è possibile che non si riesca a trovare l’accordo su un nominativo della società civile, un uomo forte, nel senso di autorevolezza, perché non dovrà farsi strattonare, e competente, perché l’Amministrazione della cosa pubblica non è da tutti, che trasformi prima l’armata e poi Cava de’ Tirreni in una formidabile macchina del consenso”.
D’accordo, ma come si fa a trovare la soluzione?
“Non si riesce a trovare l’accordo? Si indicano le primarie del centrodestra per la scelta del nominativo sindaco. si dia agli elettori la sensazione della esistenza in vita del centrodestra, che ora pare assopito ed appiattito, e si consenta loro di partecipare e scegliere!”.
Insomma, le primarie per legittimare in modo trasparente e democratico il candidato a sindaco unitario, sia esso Murolo o chiunque altro, per evitare equivoci e disimpegno?
“Per parte mia sono pronto per questa chiamata alle armi. Si predisponga un programma da sottoporre agli elettori. Siamo a pochi mesi dalla tornata elettorale e non si parla ancora di progettualità, sicurezza, urbanistica, semplificazione delle procedure amministrative, sanità e soprattutto si indichi cosa si vuole che Cava diventi per gli anni a venire. Continuiamo a vivere di movida mentre il commercio cavese, l’artigianato, l’industria, le libere professioni, muoiono inesorabilmente così come il lavoro per gli operai. Si chiarisca sin d’ora che gli assessorati andranno solo a persone con la fedina penale pulita e competenti per il proprio settore. Si ripensi alla filiera politica perché se non si hanno referenti nei posti chiave i progetti restano parole al vento. Tutti uniti per riportare Baldi alla regione, dimenticando gli errori del passato, favorire l’elezione di un consigliere regionale cavese della Lega e confermare Cirielli e Gasparri a Roma, meglio se al governo. Solo chi ha radici a cava fa gli interessi di Cava”.
Forse sta chiedendo un po’ troppo?
“No, anzi si dica chiaramente che chi non la pensa così resti con il Governatore di centrosinistra che ci ha depredato persino del reparto di ginecologia all’Ospedale di Cava, con la conseguenza che non nascono più cavesi. Non è sterile campanilismo, bensì la riaffermazione di una identità culturale che ci è stata rubata. Il tempo stringe, ma il centro destracavese ha ancora possibilità di decidere cosa vuole fare di se stesso per il prossimo futuro, protagonista della rinascita di Cava o sterile spettatore del suo degrado”.
Una domanda finale. Quando lei dice di essere pronto per la “chiamata alle armi” cosa significa? E’ pronto a candidarsi anche a sindaco, e quindi prendere parte alle eventuali primarie, o semplicemente ad essere della partita come candidato al consiglio comunale o comunque a sostegno della coalizione come attivista?
“Sono pronto per candidarmi a Sindaco e mettere al servizio della città la mia esperienza professionale ed umana”.