Abusivismo edilizio e le crisi di identità della politica
L’abusivismo edilizio è un tema che nel nostro Paese resta da decenni di strettissima attualità. Il terremoto e i crolli di Ischia lo ha riportato di più alla ribalta, diventando ancor più un’occasione di dibattito politico al calor bianco.
Da tempo ormai, la politica si divide tra acerrimi avversari di ogni ipotetico e nuovo condono degli abusi edilizi e tra quelli che invece lo sostengono per pacificare gli animi e venire incontro, anche in cambio di sostegno politico, di quanti l’abuso lo hanno realizzato e ora rischiano l’abbattimento della casa abusiva.
Negli ultimi tempi, però, qualcosa sta cambiando, nel senso che il fronte granitico del no al condono incomincia a sgretolarsi sotto la pressione politica e sociale del fenomeno abusivismo che vede coinvolti troppi cittadini-elettori.
E’ il caso del Movimento Cinque Stelle che in Sicilia, con il proprio candidato a governatore, ma anche con il sostegno di leader nazionali come il vice presidente della Camera Di Maio, incomincia a fare dei distinguo, a parlare di abusi di necessità, di valutare le situazioni caso per caso. Insomma, un’apertura più che evidente ad un’ipotesi di condono edilizio. E questo da parte di una forza politica che sulla legalità ha in pratica investito tutto il suo capitale.
A dimostrazione, in breve, che quello dell’abusivismo è un tema troppo scottante per essere liquidato con un semplice no, soprattutto nel Meridione, e in particolare in regioni come Sicilia e Campania.
Non a caso, qualche crisi di identità, anzi, una evidente e forte crisi sul tema abusivismo la sta vivendo in modo anche tragicomico il Pd. Il governatore della Campania De Luca, leader ormai di statura nazionale del Pd, ha fatto approvare una norma regionale che, in un modo più o meno obliquo, prevede una sorta di condono. Non un vero condono, tuttavia, non si può negare che sia un condono alquanto mascherato.
D’altro canto, i numeri dell’abusivismo edilizio in Campania sono impressionanti e riguardano non un qualche migliaia, ma centinaia di migliaia di persone. Insomma, una bomba sociale che in qualche modo va disinnescata e non certo solo con i legittimi e inevitabili provvedimenti di abbattimento disposti dalla magistratura.
Fatto sta che nel Pd il provvedimento di De Luca ha creato scompiglio e messo in crisi un partito che, almeno a parole, sull’abusivismo aveva una posizione chiara e univoca.
La legge regionale campana sull’abusivismo voluta dalla maggioranza Pd è stata così impugnata dal governo Gentiloni, quindi dalla massima espressione politica dello stesso Pd. In altre parole, Pd contro Pd, Roma contro Napoli, Gentiloni contro De Luca. Un bel guazzabuglio.
In sintesi, ma questo vale anche per i Cinquestelle, il Pd è contro o favore, non dell’abusivismo, ci mancherebbe, ma ad eventuali condoni edilizi?
E’ evidente che in Sicilia fra poco più di un mese con le regionali, e in tutta Italia fra qualche mese per le politiche, incidono le prossime elezioni e i voti fanno gola. Il voto come la pecunia non olet. Poi, nel dopo voto, le posizioni politiche si attenueranno e i contrasti saranno meno evidenti se non addirittura superati.
Di sicuro, quello dell’abusivismo edilizio resta un problema di estrema gravità, complessità e drammaticità. Pensare ad un condono sic e simpliciter è del tutto impensabile. D’altra parte, è inimmaginabile oltre che impraticabile risolvere il problema abbattendo tutto e subito. Bisognerà trovare delle soluzioni che ripristino da un lato la legalità e salvaguardino l’ambiente tanto nell’immediato quanto in prospettiva, dall’altro, senza premiare chi ha costruito in dispregio della legge, trovare il modo comunque di dare una casa a chi ora vive in un manufatto abusivo.
Insomma, pur restando l’abuso, qualsivoglia abuso, una illegalità, non si può far di ogni erba un fascio, bisognerà tener conto del fenomeno abusivismo nelle sue diverse declinazioni.
Volendo essere più chiari, fermo restando il rispetto dei vincoli di sicurezza idrogeologici e paesaggistici, una cosa sono le seconde case o le speculazioni, altra cosa, altrettanto grave ma di diversa intensità, i manufatti abusivi costruiti da chi ci abita con la propria famiglia.
Non sarà facile trovare la quadra, ma la politica serve a questo, o almeno dovrebbe servire a questo. Dovrebbe, però, servire soprattutto a dare messaggi chiari e inequivocabili, il primo del quale è che chi costruisce manufatti abusivi va punito severamente e che gli stessi vanno abbattutati e non condonati.