25 Aprile: oggi celebriamo la Resistenza italiana e quella ucraina
25 Aprile: oggi celebriamo la Resistenza italiana e quella ucraina
Oggi celebriamo il 77° anniversario della Liberazione. E’ la festa civile più importante della nostra Repubblica. Il 25 Aprile, infatti, è l’atto fondativo della nostra democrazia. E, d’altronde, con i valori della lotta partigiana è stata scritta la nostra Costituzione repubblicana.
Quella di quest’anno come non mai è una celebrazione particolare. Oggi non dobbiamo celebrare solo la nostra Resistenza, che nel 1945 portò la libertà al nostro Paese. Abbiamo il dovere di celebrare anche la Resistenza del popolo ucraino, che sta eroicamente lottando, con un tragico tributo di sangue e di distruzioni, contro i brutali invasori russi.
A dirlo con autorevole chiarezza, in un’intervista al Corriere della Sera, è la senatrice a vita Liliana Segre leggi qui: «Sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno “trovato l’invasor”».
Non è per questo neanche lontanamente pensabile che si possa voltare lo sguardo dall’altra parte. E neanche, per amor di pace, restare equidistanti tra ucraini invasi e russi invasori. Meno che mai oggi. Nella ricorrenza in cui ricordiamo la lotta partigiana e il sacrificio di tanti italiani. Uomini semplici e coraggiosi, eroi, caduti nella lotta al nazifascismo. Per dare al nostro Paese, a noi che allora non c’eravamo, la libertà, la democrazia, l’indipendenza.
Ce lo ha ricordato nei giorni scorsi il presidente Sergio Mattarella.
«L’attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha alcuna giustificazione -ha asserito il Capo dello Stato- La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell’imperialismo e del colonialismo».
Sbaglia o è in mala fede chi ritiene che ciò significhi rinunciare alla pace. Ricercare la pace e la concordia dei popoli non ha mai significato cedere alle prepotenze. Se non fosse così, la Resistenza al nazifascismo, che noi oggi celebriamo, non ci sarebbe mai stata.
Lo ha chiarito con estrema limpidezza sempre il nostro presidente Mattarella. «Nella ricorrenza della data che mise fine alle ostilità sul nostro territorio -ha spiegato- viene un appello alla pace. Alla pace, non ad arrendersi di fronte alla prepotenza».
Proprio per questo, con davanti ai nostri occhi gli orrori della guerra in Ucraina, l’auspicio è che questo 25 Aprile non sia vissuto ancora una volta come un momento di divisione. Al contrario, sia finalmente un’occasione di unità per il Paese.
Non fosse altro perché i valori del 25 Aprile vanno coltivati insieme al ricordo di quanti hanno sacrificato la loro vita per il bene comune e, come ci suggerisce il presidente Mattarella, «avvertiamo di doverli trasmettere ai nostri figli, ai nostri nipoti, perché si scongiuri l’atrocità inescusabile della guerra».