scritto da Alfonso Petrillo - 23 Settembre 2017 10:04

La Cottovietri torna al Cersaie di Bologna, il Salone Internazionale della ceramica

Il fascino irresistibile del cotto artigiano e la sua capacità di rivestire, ma soprattutto arredare, pavimenti e pareti, esattamente come accade con gli oggetti e i complementi.

È la costante ispirazione di Cottovietri, che torna al Cersaie, il Salone Internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno (dal 25 al 29 settembre a Bologna) per raccontare la magia dell’argilla, materia viva che, lasciandosi plasmare dalla manualità antica, riesce a “dialogare” con gli altri elementi d’arredo.

Una base, un presupposto solido e imprescindibile per l’azienda di Cava dei Tirreni dall’esperienza quarantennale che, se da una parte sottende un omaggio alla tradizione, dall’altra riesce sempre a strizzare l’occhio alle nuove tendenze del design. L’ultima è la pattern mania: sfumature e geometrie si mescolano con un universo di colori ed il design gioca con il di-segno.

Inseriti  nella già vasta gamma di produzione, nei pattern di Cottovietri trionfa il décor.
Entrati di diritto nella rosa dei più attuali diktat d’arredo, sia per ambito residenziale che per il contract ed il commerciale, questi disegni, dal mosaico all’optical, dai grafismi astratti alle geometrie precise, sono le nuove lavorazioni a cui l’azienda si è recentemente dedicata e che fanno della piastrella un vero e proprio elemento caratterizzante per la casa. L’uso creativo e non convenzionale può stravolgere le consuetudini e dar vita a risultati inaspettati, dinamici, addirittura caotici.

«Le possibilità che noi abbiamo con il lavoro artigianale sono nettamente superiori a quelli dell’industria – spiega l’ad Salvatore Senatore –  Abbiamo una duttilità che le grandi aziende e le macchine non hanno. Possiamo fare tutto quello che vogliamo, seguire la nostra vocazione ma anche le linee ed i gusti del tempo e dei designer. La vera modernità risiede nell’artigianalità».

Ma non è tutto. Nella consapevolezza di non poter risolvere (volutamente) l’ancestrale disputa tra tradizione e innovazione, Cottovietri affianca alla tradizionale “cura” per la sartorialità della propria produzione, bella proprio perché imperfetta, l’innovazione, con la produzione di un prodotto ultramoderno, il brand C+, capace di unire tecnologia e fatto a mano superando i limiti tecnici delle tradizionali bicotture.

In vetrina torna anche il cotto di dimensioni extra fino a due metri, esclusive maioliche artigianali su misura; il tartan, uno schema definito sia nell’ordito che nella trama, un telaio minimal – retrò che incontra la ceramica trasformandosi in una nuova ed originale forma di arredamento dal sapore scozzese; la colourtherapy, un ventaglio di nuance per riflettere i più moderni criteri dell’architettura bioecologica. Tutto confezionabile in base alle esigenze tecniche dell’arredo confermano l’anima dell’azienda che risiede nell’attenzione ad una linea personalizzata.

Tante le collaborazioni importanti di Cottovietri. Una delle più recenti è avvenuta con l’architetto e designer Paola Navone. Animata da una grandissima curiosità per le culture più diverse sospese tra Oriente e Occidente, antropologa della creatività dalla matrice inconfondibile, la Navone ha scelto i materiali dell’azienda per il restyling della boutique Joyce, epicentro della moda di Hong Kong.

Nato nel 1986, laureando in Scienze Politiche, attualmente dipendente di Iperceramica, ha collaborato con "Le Cronache di Salerno" e sin dall'inizio con Ulisse on line.

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