Le stime preliminari dell’Istat indicano una crescita dell’indice nazionale dei prezzi al consumo dell’1,5% su base annua (da +1,6% di agosto) e una diminuzione dello 0,4% su base mensile.
Dopo quattro mesi di accelerazione, a settembre l’inflazione rallenta. Le stime preliminari dell’Istat indicano una crescita dell’indice nazionale dei prezzi al consumo dell’1,5% su base annua (da +1,6% di agosto) e una diminuzione dello 0,4% su base mensile.
“A decelerare di pochi decimi di punto è anche l’inflazione che pesa sulle spese quotidiane a causa principalmente delle componenti più volatili del paniere: frutta e vegetali freschi, carburanti”, spiega l’Istituto di statistica. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rimane stabile a +0,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici registra una lieve decelerazione da +1,1% a +1%.
La diminuzione congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-4,9%) e, in misura piu’ contenuta, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,9%), a causa, prevalentemente, di fattori di natura stagionale.
L’inflazione decelera per i beni (da +2,0% registrato nel mese precedente a +1,9%) e per i servizi (da +1,1% a +1,0%); rispetto ad agosto il differenziale inflazionistico tra servizi e beni rimane stabile a -0,9 punti percentuali. Si attenuano le tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona e quelli ad alta frequenza d’acquisto rallentano la loro crescita (rispettivamente da +2,1% a +1,9% e da +2,7% a +2,5%). (fonte Confcommercio su dati ISTAT)