Qualche mese fa anticipammo che, in base a una direttiva europea, anche in Italia i clienti delle Banche rischiavano di dover forzatamente intervenire nel risanamento degli Istituti di credito dei quali sono clienti.
C’è ora la conferma che entro fine anno il nostro Governo dovrà recepire una direttiva europea per prevenire un fallimento o gestire banche in crisi.
In Italia l’autorità alla quale competerà la regolamentazione è la Banca d’Italia e verrà istituito un “Fondo unico di risoluzione” (cioè di ristrutturazione) che sarà alimentato prima di tutto dal contributo delle banche medesime e dal quale si attingerà per le operazioni di risanamento.
Tra le novità, che fanno ovviamente più paura ai risparmiatori e investitori, v’è anche quella del cosiddetto “bail-in” , che in Italia viene forzatamente tradotto come “auto-salvataggio”: in breve le Banche, per contenere le perdite, potranno ridurre il valore di azioni o obbligazioni, o convertire quest’ultime in azioni, e i depositanti potranno essere chiamati a contribuire.
Ma c’è un limite: gli azionisti e i creditori delle Banche (i clienti che hanno depositi) non potranno subire perdite maggiori di quelle che sopporterebbero con la eventuale liquidazione.
Ovviamente, chi ha investito i propri risparmi presso una Banca in strumenti finanziari rischiosi, sosterrà prima degli altri le perdite e la conversione in azioni. Pertanto verranno chiamati al “risanamento” prima gli azionisti, chi ha altri titoli di capitale, chi possiede titoli di debito subordinati, creditori che hanno titoli convertibili in azioni (come gli obbligazionisti) e, per ultimo, i depositanti con somme superiori a 100/milioni di euro e, infine, il fondo di garanzia dei depositi.
Pertanto, i depositanti “minimi” (vale a dire coloro che hanno depositi inferiori a 100 mila di euro) possono dormire sonni tranquilli: i loro “gruzzoletti” non saranno toccati.
A coloro che hanno un “gruzzolo” maggiore il nostro consiglio è quello di dividere i loro capitali presso più banche.