scritto da Redazione Ulisseonline - 27 Maggio 2016 11:28

Cala la fiducia dei consumatori, cresce quella delle imprese

A maggio, secondo i dati Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce passando a 112,7 da 114,1 del mese precedente. Per quanto riguarda, invece, le imprese, l’indice composito del clima di fiducia aumenta a 103,4 da 102,7.

A maggio, secondo i dati Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce passando a 112,7 da 114,1 del mese precedente. Per quanto riguarda, invece, le
imprese, l’indice composito del clima di fiducia aumenta a 103,4 da 102,7. Riguardo le componenti del clima di fiducia dei consumatori, il clima personale cresce a 105,4 da 104,8, ma diminuiscono la componente economica (a 135,9 da 140,2), quella futura (a 117,8 da 120,0) e quella corrente (a 109,8 da 110,0).

I giudizi e le attese sulla situazione economica del Paese peggiorano (a -47 da -39 e a 3 da 8, i rispettivi saldi). Aumentano sia il saldo relativo ai giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi (a -27 da -36), sia quello delle attese per i prossimi 12 mesi (a -20 da -33). Peggiorano le aspettative sulla disoccupazione (a 25 da 21, il saldo). Riguardo le imprese, il clima di fiducia scende nella manifattura (a 102,1 da 102,7), nelle costruzioni (a 120,4 da 121,2), nei servizi di mercato (a 107,4 da 107,9) e nel commercio al dettaglio (a 100,9 da 101,9). Per una corretta interpretazione dell’andamento dell’indice composito (Iesi) rispetto alle dinamiche settoriali si rimanda alla nota riportata in calce.

Nelle imprese manifatturiere peggiorano i giudizi sugli ordini (a -15 da -14) mentre le attese sulla produzione rimangono stabili a 10; il saldo dei giudizi sulle scorte passa a 3 da 4. Nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -34 da -35) e peggiorano le attese sull’occupazione. Nei servizi migliorano le attese sugli ordini (a 11 da 8) ma peggiorano i giudizi sugli ordini e le attese sull’andamento dell’economia italiana (a 11 da 12 e a -1 da 2, rispettivamente).

Nel commercio al dettaglio peggiorano le attese sulle vendite future (a 14 da 23), rimangono stabili i giudizi sulle vendite correnti e il saldo sulle scorte di magazzino passa a 5 da 11. (fonte Confcommercio su dati ISTAT – foto Angelo Tortorella)

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