LIBRI & LIBRI Il “Nostromondo”: così parlò l’architetto
Di recente, Christian De Iuliis,, architetto e scrittore, ha pubblicato l’ultimo suo lavoro editoriale dal titolo: “Il Nostromondo – le città invedibili” (126 pag. - Amazon KDP, 2024), con la prefazione di Luigi Prestinenza Puglisi, uno dei più noti critici italiani di architettura
Christian De Iuliis, è architetto, scrittore, giornalista pubblicista, in ognuno di questi ruoli ci mette passione e senso critico. Il suo occhio non è fatto per assuefarsi alle brutture visive e al caotico mondo quotidiano che ci fa accettare tutto: la volgarità della “caciara”, visiva, architettonica ed a volte anche quella umana. L’occhio del Nostro non può fare altro che, con proverbiale acume, denunciare con garbo e sottile ironia, i paradossi che quotidianamente ci affliggono.
Di recente, De Iuliis ha pubblicato l’ultimo suo lavoro editoriale dal titolo: “Il Nostromondo – le città invedibili” (126 pag. – Amazon KDP, 2024), con la prefazione di Luigi Prestinenza Puglisi, uno dei più noti critici italiani di architettura.
Proprio nella prefazione si fa esplicito riferimento a due testi, ovvero a “Le città invisibili” di Italo Calvino e alle piante tracciate in “The game” di Alessandro Baricco; ma io ne suggerisco (modestamente) un terzo: “La vita agra” di Luciano Bianciardi.
Lo scrittore, nel prologo, scrive: “La sensazione è che proprio quando eravamo convinti, di aver visto tutto, ci siamo accorti di dover ricominciare daccapo” e continua: “E’ animato da questo spirito, che l’ipotetico viaggiatore, eroe errante, protagonista di questa storia, si incammina lungo le strade che lo conducono all’interno di città, paradossi urbani, che quasi naturalmente germogliano sottotraccia per esplodere, improvvisamente ma inevitabilmente, con tutte le loro contraddizioni.
L’autore immagina un viaggio di un pellegrino/viaggiatore che esplora un territorio detto il “Nostromondo”, percorso che inizia con “Cacciata”, la città dei fuochi d’artificio, che l’accoglie (e come sennò) con uno spettacolo pirotecnico. Il viaggio continua con la visita a “Ponteggia”, la città dei ponteggi, di cui l’autore scrive: “A Ponteggia sono sparite le facciate degli edifici! I basamenti, le finestre e i balconi, i marciapiedi, le grondaie, i terrazzi e le verande. E ancora: i panni stesi, gli sguardi dietro i vetri, le crepe, «X ama Y» e i cazzi designati sui muri, tutto scomparso dietro chilometri quadri di reti in tessuto verde militare”.
Ma dopo la città dei ponteggi, il viaggiatore troverà in successione quella dei parcheggi, dei muri, del verde, delle fontane e così via. Incontrerà, cioè, quello in cui quotidianamente i contemporanei s’imbattono nell’avventura della vita. Guidandoci nel “Nostromondo” Christian De Iuliis, ci lascia, ad esempio, imbattere nella città dei condizionatori che provocano loro stessi la cappa che avvolge gli edifici, mostrandoci quanto ciò che di fronte al cambiamento atmosferico, sembra l’unica soluzione percorribile, talvolta ne aggrava il progresso.
Ma ne Il “Nostromondo”, si trova anche quello che orribilmente abbruttisce le nostre città, come i tavolini che sembrano divorare ogni spazio disponibile. Scrive l’autore: “Il viaggiatore arrivando a Tavolinia (la città dei tavolini NDA) di mattina presto, si stupirà dinanzi alla quantità di sedie accatastate. Sui bordi delle piazze, lungo ogni slargo, strada, viottolo, cortile (…)”.
Un viaggio, quello dell’ipotetico viaggiatore di De Iuliis, che richiama in qualche misura, anche i gironi danteschi della “Divina Commedia”, rivisitati in chiave moderna. Il “Nostromondo” è una descrizione, solo apparentemente fantasiosa, di una realtà viva e di un mondo invedibile, con il quale bisogna fare i conti quotidianamente e che, per vivere, bisogna accettare.
Giunto alla fine del viaggio, dopo un lungo peregrinare attraverso le varie regioni e città del “Nostromondo”, la riflessione è che: “ripensando ai ponteggi, ai parcheggi, all’asfalto, ai cartelli, ai tavolini all’aperto e ai supermercati. Ritiene che, alcune di queste cose asiano utili alla città. Anche i cani, le fontane, i fili elettrici, possono far parte della sua città immaginaria, basta trovare la giusta misura”.
Il libro di Christian De Iuliis vuol essere un invito alla riflessione perché questo è un viaggio che quotidianamente facciamo tutti, la lettura può invogliarci ad immaginare una realtà in cui ogni cosa ci potrà anche stare, ma con moderazione.
(Il libro è in vendita tramite Amazon su questa pagina: https://amzn.eu/d/2ePJovh)
Nelle foto: La copertina del libro – L’autore al premio PIDA Ischia 2024 durante la presentazione del libro – La mappa de “Il Nostromondo”.