“Il silenzio di Napoli”, una mostra fotografica che entra nel quartiere della Sanità
Battiloro è nato nel 1984 a Torre del Greco, a Napoli. Le sue immagini scattate nel rione Sanità sono state premiate ed esposte in molti festival italiani e internazionali. Ha cominciato a fotografare lì nel 2015
Battiloro è nato nel 1984 a Torre del Greco, a Napoli.
Le sue immagini scattate nel rione Sanità sono state premiate ed esposte in molti festival italiani e internazionali. Ha cominciato a fotografare lì nel 2015: “In quel momento il quartiere era conosciuto come uno dei più complicati di Napoli. A me interessava lavorare sul tema delle marginalità urbane. Ma quello che da subito mi ha colpito e attratto è stata l’energia che si respirava nelle case”, racconta Battiloro.
Ciò che accomuna le foto di Battiloro è infatti la vicinanza con i soggetti, lo sguardo dolce ma allo stesso tempo non superficiale con cui mostra la realtà in cui è nato e cresciuto, e dove vive ancora oggi. “Il rione Sanità è stato costruito nel sedicesimo secolo, in una cava utilizzata come luogo di sepoltura nel periodo greco-romano.
Il legame forte tra gli abitanti e la morte è una delle caratteristiche distintive del quartiere”. Nato come luogo di residenza per le famiglie nobili e aristocratiche, nel tempo il quartiere è diventato uno dei più poveri di Napoli: “È una realtà urbana a sé stante. Ma nonostante questo, ha saputo conservare la sua identità, e tra i suoi abitanti è cresciuto un forte senso di appartenenza”. Nel libro sono raccolte immagini scattate dal 2015 al 2021 nel rione Sanità, nel quartiere Santa Lucia di Cosenza e a Torre del Greco. È nato da un’idea di Cécile Poimbœuf-Koizumi, cofondatrice della case editrice francese Chose commune, che lavorando sull’archivio del fotografo ha pensato di mettere insieme le foto usando come fil rouge la prossimità con i soggetti.
Le immagini in bianco e nero, che sembrano scattate in un’epoca lontana, a volte tratte da un film, sono accomunate da un modo di guardare lontano dalla spettacolarizzazione e dal voyerismo. Battiloro racconta inoltre che sono i soggetti a scegliere lui: “Non mi piace forzare le situazioni, lascio che siano gli incontri a guidarmi, non voglio rubare foto, ma è importante che la mia presenza sia accolta”. Dopo aver scattato il fotografo mostra sempre le sue foto e porta le stampe alle famiglie che lo hanno accolto. “Spesso le trovo appese in casa.
Le custodiscono come un album di famiglia, e di fatto lo è anche per me, visto tutto il tempo che abbiamo passato insieme”.