“Telefonare ad una ragazza, nel 1987, a sedici anni, era la cosa più difficile del mondo. Anche perché, oltre ad essere impossibile telefonarle senza balbettare o impappinarsi, bisognava prepararsi ad affrontare l’eventuale membro della famiglia che avrebbe risposto al telefono: il padre severo, la madre con voce giovanile, la nonna inquisitrice o il temibile fratellino”.
A ricordare molto bene e a raccontare, in modo ironico e divertente, il momento in cui telefonare dal telefono fisso di casa, che quasi sempre era posizionato nel corridoio, ad una ragazza, era un’esperienza inquietante, è stato il quarantaquattrenne scrittore bolognese Gianluca Morozzi, che venerdì sera alla Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni, ha presentato il suo ventesimo libro “L’amore ai tempi del telefono fisso”, edito da “Fernandel“, durante il primo salotto letterario della IX edizione del Premio Com&Te, quest’anno dedicata al tema “Le declinazioni dell’amore”, ideata e curata dal giornalista Pasquale Petrillo e promossa dall’associazione “Comunicazione & Territorio”, presieduta dalla giornalista Silvia Lamberti.
“Oggi la tecnologia ci ha semplificato l’esistenza e cambiato l’approccio tra i sessi”, ha spiegato Morozzi che è anche un musicista:”Attualmente suono la chitarra in una band, la Street Legal che celebra Bob Dylan. Sono un musicista molto scarso. Sono migliore come scrittore”, ha affermato sorridendo Morozzi.
Alcune parti del libro sono autobiografiche: “I racconti sentimentali che si svolgono a Bologna, lo sono. Anche il capitolo dedicato all’amore ai tempi di Fabio Volo è autobiografica”. Morozzi ha raccontato anche dell’amore ai tempi degli sms, dei blog, di Facebook, dell’iPhone e degli avatar: ” Una parte del libro è dedicata ai “Racconti per menti malate” dove Little Tony e Massimo Ciavarro incontrano gli alieni”.
Morozzi, che si ispira allo scrittore americano Charles Bukowski, ma anche al grande fumettista Andrea Sapienza, “mi ha ispirato in quanto artista completo ed eclettico”, con il suo libro ha lanciato un messaggio a quelli della sua generazione: “Finitela di avere nostalgia per le cose del passato. Non erano così belle. Eravamo solo giovani noi. Non era bello il telefono fisso: è molto meglio l’iPhone”, e ai giovani: ” Usate la tecnologia, che è utile, senza però farvi schiavizzare”.
Lo scrittore bolognese che ha risposto alle domande dei ragazzi delle scuole superiori di Cava e delle giornaliste Alfonsina Caputano e Carolina Milite, ha precisato che: “Si può scrivere di cose divertenti senza fare cattiva letteratura” che tutto sommato gli amori e i tradimenti non sono cambiati nel tempo:”E’ tutto uguale. E’ cambiato solo il modo di comunicare e di conoscersi” e confessato di non avere a casa un telefono fisso: ” Però ce l’ho disegnato sulla mia maglietta!”.