Presentato a Roma presso la Feltrinelli di Via Appia il nuovo libro sul genio di Leonardo
Cinquecento tredici anni circa sono trascorsi da quando Leonardo da Vinci mise mano al ritratto di Monna Lisa. Eppure le indagini sulla identità della Gioconda ancora impegnano gli esperti in una difficile, se non improbabile, decodifica.
Nell’ultimo libro, “Gli occhi della Gioconda”, edito da Rizzoli, Alberto Angela offre una nuova ed affascinante chiave di interpretazione del genio leonardesco: lascia che sia il ritratto più famoso al mondo a raccontarci l’uomo che l’ha dipinta. Lo scrittore, autore e conduttore, inoltre, di programmi televisivi di straordinario successo sulle reti Rai, nella prima tappa romana del tour di presentazione del volume, presso la Libreria Feltrinelli in Via Appia, ha offerto al vasto e variegato pubblico la sua lettura del capolavoro conservato al Louvre ed ammirato da circa sei milioni di persone all’anno.
Leggendo il libro, accompagnati per mano dallo sguardo vivo ed intrigante e dal sorriso enigmatico del dipinto, si entra piano piano nella vita di Leonardo e si partecipa ai suoi incontri più significativi, con Ludovico il Moro o Cesare Borgia, ed a quelli meno noti con Isabella d’Este e con Giuliano de’ Medici. Il racconto sul genio poliedrico del Rinascimento si infittisce di mistero, quasi a prendere la forma di un giallo da risolvere.
Chi si nasconde dietro quel sorriso? La donna che pensavamo di conoscere, il volto più imitato ed a volte anche sfregiato, quella Lisa Gherardini, secondo il Vasari ritratta tra il 1504 e il 1508, forse ha un’altra identità. Ma quale? Difficile scegliere tra le tante ipotesi. Uno studioso francese nel 2004, attraverso un’ indagine mediante una tecnica detta a luci multispettrali, allo scopo di evidenziare ciò che non è visibile ad occhio nudo, rivela la presenza di ben tre versioni precedenti sotto quella attuale. In una di esse la donna sembrava avere ciglia e sopracciglie, inesistenti nel quadro che conosciamo, forse rimaneggiato dall’artista stesso in un secondo momento in cui potrebbe aver eliminato alcuni dettagli.
E c’è chi ha parlato anche dell’esistenza di due ritratti “sorridenti”, che aprono alla divertente supposizione di una Monna Lisa intesa come Monna l’Isa alla lombarda. Potrebbe quindi trattarsi di Isabella d’Este che Leonardo ritrasse ancora giovane.
In un ampio repertorio di tesi, non sempre condivise in modo del tutto unanime, Alberto Angela, riprendendo un’intuizione formulata dal professor Carlo Pedretti, massima autorità mondiale su Leonardo, chiude un giallo durato molti secoli: la Gioconda non è il ritratto dal vero di Lisa Gherardini e non fu dipinta nel 1503, ma successivamente tra il 1515-1516. Si tratterebbe, quindi, del ritratto “ideale” di Pacifica Brandani, commissionato da Giuliano de’ Medici per suo figlio Ippolito, basato sulla memoria di Leonardo.
La Monna Lisa del Louvre diventerebbe, così, Monna Pacifica.