Turetta, un assassino inesperto e non crudele?
Quello compiuto dai giudici, con tutto il rispetto, appare un pericoloso arzigogolare. Sembra essere più che altro l'avventurarsi in ragionamenti che, alla fine, rischiano di travisare la realtà dei fatti

Sono di ieri le motivazioni della sentenza con cui Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Una condanna tanto giusta quanto esemplare. I giudici hanno, però, esclusa l’aggravante della crudeltà. Secondo loro Turetta ha sferrato 75 coltellate per inesperienza e inabilità. Per i giudici «non aveva la competenza e l’esperienza per infliggere sulla vittima colpi più efficaci, idonei a provocare la morte della ragazza in modo più rapido e pulito». Si può spiegare l’accanimento di una persona che sferra 75 fendenti sul corpo di una ragazza inerme con la mancanza di competenza e inesperienza? Certo, in Turetta c’era rabbia, delusione, confusione e tutto quello che si può e vuole immaginare, ma negare che ci sia stata crudeltà ci sembra fuorviante e irrealistico. Quello compiuto dai giudici, con tutto il rispetto, appare un pericoloso arzigogolare. Sembra essere più che altro l’avventurarsi in ragionamenti che, alla fine, rischiano di travisare la realtà dei fatti. Appare innegabile ed evidente che la violenza, la sopraffazione e la crudeltà siano gli inequivocabili ingredienti del gesto criminale e abietto di Turetta. Tanta efferatezza non ha scusanti, ma solo aggravanti.