scritto da Pasquale Petrillo - 07 Dicembre 2024 08:58

Stellantis, Tavares, gli Agnelli Elkann «e io pago!» 

E' evidente che i conti non tornano e qualcosa non funziona. A pagare, al solito, sono sempre i più deboli, i lavoratori, e Pantalone, ovvero noi contribuenti. C'è da scommettere che anche questo Governo, sotto il ricatto dei posti di lavoro che potrebbero perdersi, metterà un bel po' di milioni di euro per sostenere Stellantis

foto Giovanni Armenante

La crisi dell’auto è mondiale, ma quella della Stellantis ci preoccupa di più. E non potrebbe essere altrimenti. Il colosso italo-francese è l’unica casa automobilistica a produrre automobili in Italia. Da qualche giorno, intanto, il manager Carlo Tavares, amministratore delegato di Stellantis, si è dimesso dall’incarico, visto i pessimi risultati conseguiti dall’azienda presieduta da John Elkann. Oddio, vero è che le auto non si vendono, ma Taveres ha fatto guadagnare una barca di quattrini agli azionisti. Dalla fondazione nel 2021, Stellantis ha distribuito ai soci circa 23 miliardi di euro. Gli Agnelli Elkann, la loro Exor è il primo socio della casa con i 14,9% delle azioni, hanno incassato nel giro di quattro anni una maxi-cedola di quasi 3 miliardi di euro. Si spiega così lo stipendio da favola che Carlo Tavares si è beccato da Stellantis. Nel 2023 ha percepito 36,5 milioni di euro (vale a dire qualcosa come 570 volte lo stipendio dell’impiegato medio di Stellantis). E ora sembra che gli tocchi una buonuscita di un centinaio di milioni di euro. Intanto, la Cassa integrazione per la Stellantis all’Italia è costata 700 milioni di euro in tre anni. E ora sono a rischio 12 mila posti di lavoro. E’ evidente che i conti non tornano e qualcosa non funziona. A pagare, al solito, sono sempre i più deboli, i lavoratori, e Pantalone, ovvero noi contribuenti. C’è da scommettere che anche questo Governo, sotto il ricatto dei posti di lavoro che potrebbero perdersi, metterà un bel po’ di milioni di euro per sostenere Stellantis. Altro che Repubblica fondata sul lavoro. Di sicuro, sarebbe più realistico e appropriato cambiare il termine lavoro con azioni. E’ già successo con gli Agnelli nonni, ora sarà la volta dei nipoti Elkann. Tranquilli. In fondo, come diceva qualcuno: «E io pago!»

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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