Stellantis, Tavares, gli Agnelli Elkann «e io pago!»
E' evidente che i conti non tornano e qualcosa non funziona. A pagare, al solito, sono sempre i più deboli, i lavoratori, e Pantalone, ovvero noi contribuenti. C'è da scommettere che anche questo Governo, sotto il ricatto dei posti di lavoro che potrebbero perdersi, metterà un bel po' di milioni di euro per sostenere Stellantis
La crisi dell’auto è mondiale, ma quella della Stellantis ci preoccupa di più. E non potrebbe essere altrimenti. Il colosso italo-francese è l’unica casa automobilistica a produrre automobili in Italia. Da qualche giorno, intanto, il manager Carlo Tavares, amministratore delegato di Stellantis, si è dimesso dall’incarico, visto i pessimi risultati conseguiti dall’azienda presieduta da John Elkann. Oddio, vero è che le auto non si vendono, ma Taveres ha fatto guadagnare una barca di quattrini agli azionisti. Dalla fondazione nel 2021, Stellantis ha distribuito ai soci circa 23 miliardi di euro. Gli Agnelli Elkann, la loro Exor è il primo socio della casa con i 14,9% delle azioni, hanno incassato nel giro di quattro anni una maxi-cedola di quasi 3 miliardi di euro. Si spiega così lo stipendio da favola che Carlo Tavares si è beccato da Stellantis. Nel 2023 ha percepito 36,5 milioni di euro (vale a dire qualcosa come 570 volte lo stipendio dell’impiegato medio di Stellantis). E ora sembra che gli tocchi una buonuscita di un centinaio di milioni di euro. Intanto, la Cassa integrazione per la Stellantis all’Italia è costata 700 milioni di euro in tre anni. E ora sono a rischio 12 mila posti di lavoro. E’ evidente che i conti non tornano e qualcosa non funziona. A pagare, al solito, sono sempre i più deboli, i lavoratori, e Pantalone, ovvero noi contribuenti. C’è da scommettere che anche questo Governo, sotto il ricatto dei posti di lavoro che potrebbero perdersi, metterà un bel po’ di milioni di euro per sostenere Stellantis. Altro che Repubblica fondata sul lavoro. Di sicuro, sarebbe più realistico e appropriato cambiare il termine lavoro con azioni. E’ già successo con gli Agnelli nonni, ora sarà la volta dei nipoti Elkann. Tranquilli. In fondo, come diceva qualcuno: «E io pago!»