«Spesso buono oltre»: al nulla non c’è scadenza
L'intenzione è buona ma lascia il tempo che trova. Alla fine non sarà certo questo a cambiare sostanzialmente le abitudine dei consumatori
La Commissione Ue ha presentato la proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza degli alimenti, con l’inserimento in etichetta della dicitura «spesso buono oltre» in aggiunta al consueto «da consumarsi preferibilmente entro». Un modo per tentare di evitare gli sprechi alimentari. L’intenzione è buona, ma lascia il tempo che trova. Non sarà certo questo a cambiare sostanzialmente le abitudini dei consumatori. Chi è abituato a contenere gli sprechi già adesso, consuma, con le dovute precauzioni, gli alimenti anche oltre il giorno della scadenza. Questo, nella consapevolezza che i cibi, correttamente conservati, sono utilizzabili ben oltre la data di scadenza. Chi, invece, è abituato a sprecare cibo, a cominciare dal pane, di certo non cambierà certe cattive abitudini per una semplice dicitura impressa sui contenitori alimentari. Forse sarebbe meglio un maggiore sforzo educativo in proposito. Cosi come valutare la possibilità di allungare la scadenza dei prodotti. «Spesso buono oltre», in fondo, cosa significa? La verità è che vorrebbe dire qualcosa. Per poi alla fine non dire assolutamente nulla. Ed è proprio il nulla a non avere scadenza.