Misurare le conoscenze e le abilità: le sviste e il discorso di Bob Kennedy
Misurare le conoscenze e le abilità non è un'operazione semplice. I risultati, poi, dipendono molto da come vengono poste le domande, cosa si privilegia e via di questo passo. Certo, neanche sono da gettare nel cestino. Qualcosa ci dicono, indubbiamente. Attenti, però, a non trasformarle in verità assolute
I laureati italiani sanno meno dei diplomati finlandesi. Un adulto su tre comprende solo testi brevi. E’ questa l’estrema sintesi di una nuova edizione del rapporto sulle competenze degli adulti dell’Ocse. Quanto sono attendili questi rapporti? Difficile a dirsi. L’impressione è che lasciano il tempo che trovano. Misurare le conoscenze e le abilità non è un’operazione semplice. I risultati, poi, dipendono molto da come vengono poste le domande, cosa si privilegia e via di questo passo. Certo, neanche sono da gettare nel cestino. Qualcosa ci dicono, indubbiamente. Attenti, però, a non trasformarle in verità assolute. E’ tutto molto relativo. E lo stesso vale per i risultati Invalsi. Diversamente non avremmo tanti scienziati e creativi italiani che si fanno strada nel mondo. E neanche tanti meridionali che tuttora vanno a costituire l’ossatura della Pubblica Amministrazione tanto al Sud quanto al Nord. In questo ragionamento vale il famoso discorso sul PIL (Prodotto Interno Lordo) tenuto da Bob Kennedy nel 1968 pochi mesi prima del suo assassinio a Los Angeles. «Il PIL -affermò Kennedy- comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le autostrade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nella espansione urbanistica incontrollata…». «Eppure -continuò- il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l’allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie… Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio…». Chiaro no?