Migranti e sfruttamento: non abbiamo più cuore
La politica non affronta il problema con serietà, fa solo propaganda e ragiona per schemi ideologici. E noi cittadini in concreto facciamo altrettanto

Nella seconda prova di ieri dell’Esame di Stato per i licei scientifici la soluzione del problema portava ad un grafico finale che altro non era che la forma di un cuore. Ciò che è mancato al datore di lavoro di Satnam Singh. E’ il bracciante indiano morto dopo essere rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro. Una fine orribile. Abbandonato senza prestargli soccorso. In modo disumano oltre che incredibile. E’ accaduto a Latina, ma nel nostro Paese lo sfruttamento disumano degli immigrati avviene ovunque. Una vergogna nazionale, insomma. Facciamo finta tutti di non vedere questa piaga indegna di un paese civile e cattolico. E si deve vergognare la politica, a destra come a sinistra. Decine di miglia di immigrati lavorano in nero nel nostro Paese. Sfruttati, maltrattati, schiavizzati. Ci riempiamo la bocca, in un verso o nell’altro, di immigrazione, ma la politica, così come tutti noi, volta la faccia dall’altra parte per non vedere l’odioso sfruttamento di questi poveri disgraziati. E’ così difficile regolarizzare questi immigrati necessari per l’economia italiana in moltissimi settori e dare loro tutte le garanzie che spettano ad un lavoratore? La politica non affronta il problema con serietà, fa solo propaganda e ragiona per schemi ideologici. E noi cittadini in concreto facciamo altrettanto. Forse a tutti sta bene così, salvo poi stracciarci le vesti quando vi è un caso eclatante, come quello, tragicamente terribile, di Satnam Singh.