Meloni e Salvini, alleati-rivali
n politica estera qualsiasi governo deve essere compatto e non diviso. Ne va della credibilità del nostro Paese sulla scena internazionale. E' un nodo, quello di Salvini, che la Meloni dovrà risolvere prima o poi

E’ indubbio che finora i successi più evidenti la nostra premier Giorgia Meloni li ha colti in politica estera. Sulla scena internazionalie la Meloni sa muoversi. Non ha, forse, quella sorta di corte dei miracoli che nel nostro Paese le impedisce di fare meglio e di più. Ora però anche in politica estera stanno venendo a galla contraddizioni che possono danneggiare il nostro Paese oltre che il governo di centrodestra. Non è un mistero che alla linea atlantista e tutto sommato europeista di Giorgia Meloni, supportata dall’azzurro ministro degli esteri Antonio Tajani, fa da contraltare il leghista Matteo Salvini. In queste ore, infatti, proprio in occasione delle celebrazioni del 75° anniversario della Nato, il vicepremier Salvini va controcorrente. Mette in discussione l’invio di nuove armi in Ucraina. Elogia la «missione di pace» di Viktor Orbán, visto dai paesi della UE come un aiuto a Putin. Non solo. E’ chiaramente pro-Putin il gruppo euro-parlametare dei «Patrioti», fondato dal premier ungherese, e a cui il capo della Lega ha aderito suonando la grancassa. Insomma, Salvini è un alleato o un avversario della Meloni? Di sicuro, è un rivale. Legittimamente, per carità. La questione, però, alla lunga porterà di certo a delle conseguenze. In politica estera qualsiasi governo deve essere compatto e non diviso. Ne va della credibilità del nostro Paese sulla scena internazionale. E’ un nodo, quello di Salvini, che la Meloni dovrà risolvere prima o poi. Meglio prima, però.