Luigi Di Maio inviato speciale Ue: questo passa il convento
Luigi Di Maio inviato speciale Ue: questo passa il convento
Dallo scorso mese di ottobre è ripresa la pubblicazione della rubrica Cornetto e Caffè curata dal nostro Direttore. Saranno commentati di volta in volta, in poche righe, temi e fatti di attualità. Dalla politica all’economia, dalla cultura al costume, dal lavoro alla scuola, dalla società allo sport.
La notizia ha fatto rumore. Stiamo parlando della prossima nomina di Luigi Di Maio quale inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico. Su proposta del precedente governo Draghi, Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, formalizzerà a breve l’incarico al nostro ex ministro degli Esteri. Le polemiche non sono mancate, anzi. A cominciare da ciò che sarà chiamato a fare: curare le relazioni con il mondo arabo. Per farla breve, trattare sul prezzo di gas e petrolio. Ma ancor più per l’ammontare dell’indennità che percepirà Di Maio. Circa 12 mila euro netti al mese, con tassazione agevolata Ue. Oltre alla copertura di tutte le spese, staff compreso. Infine, gli verrà riconosciuto lo status di diplomatico con relativi passaporto e immunità. Per molti la nomina è scandalosa. Sotto certi aspetti è più che comprensibile. Tuttavia, va anche detto che Di Maio per più di tre anni è stato il nostro ministro degli Esteri. Una carica molto più importante. Ha rappresentato, infatti, la nostra Repubblica nel mondo. Perché scandalizzarsi adesso? Forse solo perché da giovane Di Maio faceva il bibitaro allo stadio S. Paolo? Rassegniamoci e adeguiamoci. Questo, e spesso anche peggio, passa la politica italiana. Poi, ci sono le eccezioni, ma non fanno altro che confermare la regola. E che cioè quasi sempre questo passa il convento.