L’emergenza migranti in un’Italia divisa
In questa situazione, al di là delle belle parole, l'Unione Europea fa orecchie da mercanti. Molte chiacchiere e nessun fatto concreto
In poche ore a Lampedusa sono sbarcati oltre duemila migranti provenienti dalla Tunisia. Alcuni soccorsi dalle Ong, altri dalle motovedette della Guardia di finanza. Le persone soccorse provengono da Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Conakry, Liberia, Niger, Nigeria, Mali, Sud Sudan, Sudan, Somalia. In altre parole, le popolazione di un continente intero, quello africano, sono in movimento verso l’Europa. E buona parte di loro arrivano sulle nostre coste. Indubbiamente è un problema umanitario, ma anche politico. In questa situazione, al di là delle belle parole, l’Unione Europea fa orecchie da mercanti. Molte chiacchiere e nessun fatto concreto. Il peso è sui paesi che si affacciano di fronte alle coste africane. Il primo in assoluto l’Italia. Peccato che, invece di essere unite e fare fronte comune nell’interesse del Paese, le forze politiche italiane vanno ognuna per proprio conto. Strumentalizzando questa emergenza ormai cronica, nel tentativo di trarre vantaggi elettorali. E così restiamo tra l’incudine dell’assenza di una politica di accoglienza da parte dell’Unione europea e il martello del dovere di dare comunque assistenza umanitaria ad un vero e proprio popolo di migranti sofferente e disperato. Ma fino a quando riusciremo a reggere?