L’eccesso di protagonismo di Matteo Salvini
L'eccesso di protagonismo di Matteo Salvini
Da questo mese riprende la pubblicazione della rubrica Cornetto e Caffè curata dal nostro Direttore. Saranno commentati di volta in volta, in poche righe, temi e fatti di attualità che spazieranno dalla politica all’economia, dalla cultura al costume, dal lavoro alla scuola, dalla società allo sport.
Come si temeva, Matteo Salvini, vicepremier e ministro del governo Meloni, ha iniziato ad agitarsi subito dopo aver giurato al Quirinale. Ponte sullo Stretto di Messina, pensioni, flat tax, aumento del tetto ai contanti, sono alcuni dei temi lanciati da Salvini. E’ palese il suo eccesso di protagonismo. Il tentativo è quello di avere visibilità e, se non oscurare, almeno contendere l’attenzione dei media alla premier Meloni. L’impressione è che Salvini sia bravo solo ad alzare dannosi polveroni. Il risultato è duplice. Danneggia il governo mettendo in crisi la sua coesione, ma più ancora il Paese in quanto distoglie l’attenzione sulle questioni più importanti e urgenti. Insomma, crede di fare il furbo, ma si ha la netta sensazione che sia solo un casinista. Con un’unica preoccupazione. Fare gli interessi politici della Lega e quindi della sua leadership. Che poi il Paese vada a farsi friggere a Salvini sembra interessare poco, se non addirittura nulla.