Le dimissioni non dimissioni di Vittorio Sgarbi
Le dimissioni o si danno o non si danno. Punto. Meglio che le dia, non fosse altro per togliere e togliersi dall'imbarazzo dopo le gravi accuse e le parole pesanti rivolte al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano
Vittorio Sgarbi ha annunciato le sue dimissioni da Sottosegretario alla Cultura. Anzi, no. Fa sapere di averle sono annunciate ma le deve «ancora negoziare con il governo». Cosa vuol dire con negoziare? Le dimissioni o si danno o non si danno. Punto. Meglio che le dia, non fosse altro per togliere e togliersi dall’imbarazzo dopo le gravi accuse e le parole pesanti rivolte al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Potrà aver pure ragione Sgarbi, ma quando si dicono certe cose e si arriva ad un punto tale di rottura, le dimissioni sono d’obbligo. Non fosse altro per una questione di coerenza e di decoro istituzionale, oltre che di buon gusto e decenza. Per il resto che dire? Forse che era prevedibile un epilogo così burrascoso sin da quando Sgarbi è stato nominato Sottosegretario. Il personaggio è quello che è. Una persona di grande intelligenza e cultura, ma spesso sopra le righe, intemperante, incorreggibile. La Meloni mai come in questo caso se l’è andata a cercare.