L’ayatollah Ali Khamenei e la pace impossibile
Il vero problema nel trovare una soluzione accettabile per i palestinese è proprio la teocrazia degli ayatollah che governa a Teheran. Finanzia ovunque il terrorismo contro Israele e soffia sul fuoco per alimentare l'odio e la violenza

Ieri a Teheran, l’ayatollah Ali Khamenei ha commemora Hassan Nasrallah» lanciando accuse e minacce contro Israele appoggiandosi a un fucile. Ha poi affermato che sono legittimi sia la strage del 7 ottobre 2023 che il lancio di missili contro Israele, che va cancellato dalla faccia della terra. Questo è l’Iran. E forse prima di criticare lo Stato ebraico e il suo leader Netanyahu bisognerebbe ricordare cosa rappresenti il regime teocratico iraniano nello scacchiere mediorientale. Non ha affatto torto Netanyahu quando sostiene che l’Iran è il centro di quello che lui definisce l’asse del male. Il vero problema nel trovare una soluzione accettabile per i palestinese è proprio la teocrazia degli ayatollah che governa a Teheran. Finanzia ovunque il terrorismo contro Israele e soffia sul fuoco per alimentare l’odio e la violenza. Questo, ovviamente, non significa avallare tutto quello che in quest’ultimo anno ha fatto Israele. Non significa assolutamente dimenticare le migliaia di vittime innocenti palestinesi nella Striscia di Gaza. Bisogna, tuttavia, usare un linguaggio di verità e non vivere di ipocrisia. Puntare a due Stati, uno palestinese, l’altro ebraico, è un’opzione praticabile se tra i protagonisti non c’è chi punta alla distruzione dello Stato ebraico come persevera l’Iran. Se restiamo nell’equivoco dell’ipocrisia, non c’è speranza di arrivare alla pace e alla convivenza più che possibile tra due popoli oggi costretti ad odiarsi.