L’autonomia differenziata e il Sud
Non resta che sperare nella bontà di questa scelta di accordare l'autonomia differenziata, la quale, dicano quello che vogliono, alla fine aumenterà e non diminuirà le differenze tra Nord e Sud del Belpaese
Il Senato ha approvato l’autonomia differenziata e il Pd per protesta ha intonato in aula l’Inno di Mameli insieme con i Cinque Stelle. Ora si è capito cosa volesse dire De Luca quando accusava il Pd di essere in bilico tra Lotta Continua e lo Zecchino d’oro. Ad ogni modo, al di là di questa nota di colore, l’autonomia differenziata non convince del tutto. Il timore che sia un’altra fregatura per il Sud esiste ed è una preoccupazione forte. Vero è che tutto dipende da chi governa le regioni. Il guaio però che riesce difficile digerire il fatto che un cittadino meridionale debba pagare per le incapacità della classe politica locale. Insomma, a questo punto meglio essere amministrati dal governo centrale. Ciò significa però dire addio al regionalismo e quindi al diritto ad essere governati da un’autorità territorialmente più prossima. In altre parole, il cane che si morde la coda. Non resta che sperare nella bontà di questa scelta di accordare l’autonomia differenziata, la quale, dicano quello che vogliono, alla fine aumenterà e non diminuirà le differenze tra Nord e Sud del Belpaese. A prescindere anche dalle più buone intenzioni.