scritto da Pasquale Petrillo - 27 Giugno 2024 08:52

L’Autonomia differenziata e il Paese che vorremmo

I timori che questo sia l'ennesimo "furto" legalizzato nei confronti del Mezzogiorno sono forti e restano intatti. Per queste ragioni, vorremmo vivere in un Paese più solidale e coeso

foto Giovanni Armenante

Ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la riforma Calderoli. L’Autonomia differenziata con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è quindi legge dello Stato. Mattarella non ha potuto fare diversamente. La legge dà attuazione alla riforma del Titolo V della Costituzione, modificato nel 2001 dal centrosinistra. Quello stesso centrosinistra che oggi grida all’attentato all’unità del Paese. Detto ciò, questa legge, con il marchio leghista, non ci convince affatto. I timori che questo sia l’ennesimo “furto” legalizzato nei confronti del Mezzogiorno sono forti e restano intatti. Per queste ragioni, vorremmo vivere in un Paese più solidale e coeso. Unito nel bisogno sebbene articolato nella più diffusa autonomia di governo delle realtà locali. Vorremmo un’Italia che non fosse espressione di egoismi territoriali e regionali. Un Belpaese dove parte della ricchezza prodotta al Nord finanziasse lo sviluppo del Sud. Per il bene comune, non per beneficenza. Vorremo, insomma, che il nostro Mezzogiorno non fosse una terra di conquista e neanche di sussidi, bensì destinatario di investimenti e di lavoro. Oddio, vorremmo anche un Sud governato da una classe dirigente migliore, più efficiente piuttosto che parassitaria, più attenta allo sviluppo che alle clientele, più accorta nella valorizzazione delle risorse che dedita al loro spreco. Tutto questo non sembra assicurarlo la legge sull’Autonomia differenziata. E, purtroppo, neanche da chi oggi, a torto o a ragione, la contrasta e si straccia le vesti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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