Landini va alla guerra?
Si può capire la sua frustrazione e l'avversione per Giorgia Meloni e il suo governo di centrodestra, ma negli ultimi tempi spesso le sue reazioni sembrano sopra le righe
«Credo sia arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale perché avanti così non si può più andare». E’ quanto ha affermato ieri il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Tra le reazioni, quella caustica di Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera dei deputati. «Dopo l’aumento del suo stipendio di quasi trecento euro al mese alla faccia dei suoi appelli al salario minimo…”, ha sottolineato Foti. Polemiche a parte, Maurizio Landini è da un po’ che appare più che accelerato. Si può capire la sua frustrazione e l’avversione per Giorgia Meloni e il suo governo di centrodestra, ma negli ultimi tempi spesso le sue reazioni sembrano sopra le righe. In più di un’occasione, infatti, pare agire più da politico che da sindacalista. Evocare addirittura la rivolta sociale non può che preoccupare. E’ una chiamata alle armi? Di certo, questo non è affatto nelle intenzioni di Landini. Siamo però altrettanto sicuri che qualcuno non lo interpreti invece come un invito alla rivolta, anche con mezzi violenti? Speriamo di no. Nel dubbio, meglio evitare quelli che sono solo degli eccessi verbali.